Cronaca

Coronavirus, ospedale stipato Parcheggio dedicato a chi deve fare il tampone

Fotoservizio Francesco Sessa

Un parcheggio dedicato a quanti si presentano in ospedale a fare il tampone, due tendoni montati all’esterno per filtrare gli ingressi, protezione civile e forze dell’ordine schierate: una situazione quasi surreale quella che si respira presso il nosocomio di Cremona, dove una delle due aree di sosta esterne è presidiata dagli agenti di polizia municipale (presente anche il comandante, Pierluigi Sforza), che lasciano entrare soltanto chi deve fare il tampone per verificare la presenza di eventuale coronavirus. Chi parcheggia lì viene indirizzato ai due tendoni montati proprio davanti alla struttura, dove i pazienti in arrivo vengono filtrati: per chi infatti presenta sintomi sospetti o chi deve effettuare controlli specifici legati all’epidemia, esiste un protocollo di intervento apposito. Gli altri pazienti, con problemi di tipi diverso, vengono invece indirizzati ai normali canali. Questo anche per evitare che i pazienti con sospetto coronavirus vengano a contatto con gli altri.

Questa mattina, lunedì 24 febbraio, intorno alle 9 erano presenti circa 20 auto nell’area dedicata ai tamponi. Intanto le unità mobili dell’Areu (Azienda Regionale Emergenza Urgenza) sono costantemente pronte a partire, davanti ai tendoni, per ogni chiamata che arriva da parte di persone che presentano sintomi sospetti, come tosse e febbre alta. L’ospedale è sempre più stipato di pazienti, e si stanno liberando letti nei vari reparti per accogliere al meglio quante più persone possibili, con una modalità che consenta di tenere separati i casi di sospetto coronavirus da tutti gli altri. Una situazione che però è prossima al collasso, anche a causa del fatto che medici e infermieri che sono entrati in contatto con pazienti malati prima di sapere che lo fossero, come la ragazza di Sesto che da cinque giorni era ricoverata in pneumologia, sono ora in quarantena. A gestire la situazione, all’esterno, vi sono i volontari della protezione civile. Sono una quindicina i gruppi al lavoro su tutto il territorio, per lavorare sulle varie emergenze.

Laura Bosio

 

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