Politica

La Provincia si appella contro l'ordinanza del Tribunale che dichiarò ineleggibile Signoroni

Il consigliere provinciale Giovanni Gagliardi ha proposto appello presso la Corte di Appello di Brescia, contro l’ordinanza del 30 dicembre del tribunale di Cremona che dichiarava illegittima l’elezione di Mirko Signoroni alla presidenza della Provincia il 25 agosto.

Tra le altre cose, il ricorso contesta il giudizio di ineleggibilità formulato dal giudice, sulla base dell’articolo 60 del Tuel che prevede l’ineleggibilità per gli amministratori e i dipendenti con funzioni di rappresentanza o con poteri di organizzazione o coordinamento del personale di un ente che dipenda dalla Provincia (o dal Comune). Signoroni in effetti quando venne eletto la prima volta, il 25 agosto,  era vicepresidente dell’Ato, azienda d’ambito ottimale emanazione della Provincia che però,  in quanto non direttamente impegnata nella gestione del servizio idrico integrato, non determina conflitto di interessi con la carica di Presidente dell’ente. Inoltre, si legge nel ricorso, “la causa di ineleggibilità in questione non può essere estesa al vicario del soggetto a cui sono conferiti poteri di rappresentanza, organizzazione e coordinamento”. L’ente Ato, insomma, ha una mera competenza amministrativa e non gestionale sul servizio idrico: questo scardinerebbe del tutto l’ipotesi del conflitto di interessi che ha causato la dichiarazione di ineleggibilità di Signoroni alle consultazioni del 25 agosto. La fattispecie in cui ricadrebbe Signoroni – sostiene il ricorso del consigliere provinciale – sarebbe invece quella prevista in un altro articolo del testo unico degli enti locali, il 67, che tra le cause di ineleggibilità o incandidabilità esclude quegli incarichi conferiti ad amministratori di un Comune o di un qualsiasi altro ente locale sulla base di norme di legge, di statuto o di regolamento.

La materia del contendere – sostiene ancora il ricorso – era venuta meno dopo le dimissioni di Signoroni, rassegnate il 3 ottobre. L’ordinanza del 30 dicembre invece, sosteneva che fosse tuttora vigente in quanto l’esponente leghista Simona Sommi, che aveva promosso il ricorso al Tribunale, aveva formulato anche altre istanze al giudice ordinario, che a sua volta le aveva girate al Tar.  I giudici amministrativi, a inizio febbraio, avevano fissato per settembre 2020 l’udienza di merito circa la validità degli atti emessi da Signoroni durante il suo primo, breve mandato (tra cui la nomina del vicepresidente Azzali che a sua volta aveva indetto le nuove elezioni del 23 novembre).

L’udienza di appello a Brescia è fissata per il prossimo 17 giugno. La richiesta in via preliminare è quella di dichiarare la cessazione della materia del contendere e di giudicare inammissibile il ricorso della Lega in quanto l’elezione di Signoroni non era mai stata convalidata dal Consiglio provinciale. E ovviamente, per quanto riguarda il merito, viene chiesto il riconoscimento della piena condizione di eleggibilità di Signoroni. g.b.

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