Gallera taglia le Breast Unit: Cremona salva, ma preoccupa il futuro
Un altro colpo alla sanità pubblica: dopo il declassamento di alcune terapie intensive neonatali (tra cui quella dell’ospedale di Cremona), a rischio tagli anche 26 Breast Unit lombarde. Domani l’assessore alla sanità Giulio Gallera porterà in giunta regionale una delibera che, se approvata, cambierà la mappa dei centri di senologia di tutta la regione. E la chiusura dipenderà, anche questa volta, dai numeri: stop infatti alle strutture sotto i 150 interventi l’anno. Come dire che la medicina, stando alle ultime decisioni regionali, si basa solo sui numeri, sulla matematica.
La Breast unit di Cremona, fiore all’occhiello da sempre del nostro ospedale, sembra essere esclusa da questi nuovi tagli, considerando almeno l’ancora elevata incidenza della malattia sulle donne cremonesi – si parla di 284 nuovi casi di tumore alla mammella del 2018, secondo i dati dell’Unità operativa di Patologia Mammaria e ricerca Traslazionale dell’Asst di Cremona. Ma la situazione è comunque preoccupante non soltanto tra i pazienti della Breast unit cremonese ma anche tra i professionisti: code e liste d’attesa lunghissime (il sito dell’Asst, nella scheda del gennaio 2020, certifica 66 giorni d’attesa per un’ecografia bilaterale alla mammella), una fuga dei professionisti che mette in discussione tutto il lavoro fatto nel corso degli anni e alcune vertenze che potrebbero dare esito negativo e suscitare ulteriori problemi. Domani verrà diffuso l’elenco delle Breast unit che Gallera ha intenzione di smantellare ma domani in Regione ci sarà un altro appuntamento fondamentale: quello con i sindaci del nostro territorio che portano avanti la battaglia contro il declassamento della Tin e quello preannunciato del dipartimento di emergenza – urgenza. Insomma che chiedono a gran voce che la sanità pubblica cremonese non venga ulteriormente colpita da tagli e perdite che si ripercuoterebbero solo, infine, sulla salute dei cittadini.