Politica

Veleni in Provincia: il ministero dell'Interno dà ragione a ex segretaria generale 'licenziata'

E’ finita con un’archiviazione l’indagine del Ministero del’Interno avviata su richiesta del vicepresidente della Provincia Rosolino Azzali nei confronti dell’ex segretario provinciale Maria Rita Nanni. Una vicenda che risale ormai alla primavera scorsa, nel periodo compreso tra le dimissioni di Davide Viola (decaduto dopo le elezioni amministrative di maggio) e le elezioni del 25 agosto che videro la tribolata nomina di Mirko Signoroni. Subito dopo la fine del mandato Viola, Azzali aveva funzione di reggente e fu proprio in quel periodo, il 3 luglio 2019,  che venne adottata la delibera di recesso unilaterale della Provincia di Cremona dalla convenzione con quella di Lodi per la condivisione del segretario generale. Una delibera che fu la stessa dottoressa Nanni a dover sottoscrivere, anche se con toni durissimi: veniva contestata tra l’altro, “l’assoluta assenza di titolo/competenza del Vice Presidente (…) all’assunzione del presente atto riservato dall’ordinamento al Presidente, nei tempi previsti, decorrenti dal suo insediamento a seguito di elezioni”; “l’assoluta mancanza della causa dell’atto per carenza dei presupposti di legge”; la carenza “nel contenuto della parte ‘motivazioni’ e contraddittorio con gli atti precedentemente assunti a fine mandato dal Presidente legittimamente eletto e decaduto”, oltre a “gravi imprecisioni anche nei confronti dell’Ente convenzionato con il quale l’accordo è retto sulle volontà dei Presidenti legittimamente eletti e nelle piene facoltà di scelta fiduciaria del Segretario”.  Il 19 settembre 2019 il segretario generale lasciava quindi l’incarico a Cremona, non prima di aver sollevato per iscritto il dubbio di ineleggibilità di Signoroni a causa della sua carica di vicepresidente dell’Ato, ente controllato dalla Provincia.

Questa la lettera che Maria Rita Nanni ha voluto diffondere dopo la positiva conclusione dell’indagine ministeriale oltre che dell’esito di una denuncia in Procura nei suoi confronti. Nel finale c’è anche l’accenno a provvedimenti punitivi (“ingiusto trattamento”) che alcuni dipendenti della Provincia starebbero tuttora subendo a seguito della diatriba che l’ha vista protagonista e a possibili nuovi sviluppi.

Caro Direttore,
la ringrazio per avermi concesso questo spazio prezioso che userò per sgombrare il campo da ogni eventuale dubbio sulla mia posizione circa le incresciose vicende in cui è rimasta coinvolta la provincia di Cremona; lo devo ai sindaci e amministratori del cremonese che mi conoscono, mi apprezzano e un questo periodo mi hanno spontaneamente rinnovato la loro stima, biasimando chi ingiustamente ha tentato di mettere in dubbio la mia condotta; lo devo al Presidente della provincia di Lodi che ha difeso in tutte le sedi la mia immagine e professionalità che nell’ambito della vicenda provinciale cremonese è stata ingiustamente coinvolta e messa artificiosamente in dubbio; lo devo in ultimo, ma non per importanza, a quella larga parte di personale leale e specchiato della provincia di Cremona, che mi ha conosciuta stimata e con grande responsabilità e forza affiancata nel lungo e torbido periodo della reggenza Azzali ed altri della Provincia.

Il veleno sparso nel sottobosco degli ambienti politico amministrativi in quei mesi di reggenza, è arrivato sino alla Procura presso il tribunale di Cremona e al Ministero dell’Interno, con esposti ai miei danni, volti solo ad intimidirmi per ottenere fini ingiusti ed estranei agli interessi dell’amministrazione. Oggi posso affermare senza alcun timore di essere smentita, avendo ricevuto riscontro da tutte le Istituzioni coinvolte, con provvedimenti di accertamento dei fatti, che le accuse a me rivolte non erano fondate né vere. La forza della ragione e l’assoluta, intransigente vocazione al corretto svolgimento delle mie funzioni, sono state confermate, senza ombra di dubbio e definitivamente, alla luce della sentenza che ha dichiarato l’ineleggibilità di Signoroni, emessa lo scorso 30 dicembre dal Tribunale di Cremona.

Dunque nessun abbaglio era stato preso dal Segretario Generale. La correttezza e professionalità del mio operato è oggi rafforzata e indiscutibile e gli amministratori, che ho avuto l’onore di affiancare nei comuni dove ho prestato il mio onorato servizio per oltre vent’anni, possono testimoniare la determinazione e la forza che mi contraddistinguono e che mi impongono di  intraprendere tutte le azioni, in ogni sede, per chiedere conto dell’ingiusto trattamento subito da qualche persona, involontariamente incrociata sul mio cammino ed espressione esemplare della fatale decadenza della politica che stiamo tutti vivendo o meglio, ahimè, subendo. Ma il cammino è ancora lungo ed io non ho intenzione di bruciarne le tappe, per questo rimango
vigile e presente al mio senso civico per controllare il percorso dei procedimenti in essere a carico altrui, confidando che l’interesse primario ad una classe amministrativa degna dell’alta funzione sia cara non solo alla sottoscritta, quale cittadina e funzionario pubblico, ma anche alle altre istituzioni dello Stato, in particolare all’autorità giudiziaria”. g.b.

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