Cronaca

Permesso di soggiorno provvisorio per irregolari incinte: ecco il progetto

Permesso di soggiorno temporaneo per le donne straniere irregolari in stato di gravidanza: questo il contenuto del Progetto Cicogna, che vede la questura di Cremona pioniera in Italia. Ma anche due progetti per agevolare chi deve fare il passaporto o il permesso di soggiorno. Si tratta di un pacchetto di iniziative messe in campo per andare incontro alle esigenze del cittadino. A presentarle, in mattinata, sono stati il questore Carla Melloni, il vice questore dirigente della divisione di Polizia amministrativa, sociale e dell’immigrazione, Giovanna Sabato, e il commissario capo Giulia Giuffrida, dirigente del settore immigrazione.

Il Progetto Cicogna, spiega il questore Melloni, rappresenta semplicemente l’applicazione di quanto prevede la legge: “In sostanza la donna irregolare che si trovi in stato di gravidanza potrà avere un permesso di soggiorno temporaneo, con relativa copertura sanitaria, fino al sesto mese di vita del bambino”. La questura sta preparando degli opuscoli in diverse lingue in modo da raggiungere il maggior numero di donne straniere sul territorio. “Abbiamo allertato tutti i consultori del territorio in modo da rendere il servizio accessibile a tutte. Siamo tra le prime questure in Italia a mettere in campo questa iniziativa, lanciata dai colleghi di Como” spiega Melloni.

Per quanto riguarda gli altri due progetti, il primo rappresenta un’agevolazione per i cittadini italiani che devono fare il passaporto: dopo essersi recati in questura per svolgere le pratiche necessarie, infatti, il ritiro potrà essere fatto presso il Comune di residenza. Naturalmente il discorso riguarda solo i Comuni che hanno già aderito al progetto: “Per ora ve ne sono un certo numero, ma auspichiamo che anche gli altri aderiscano, nei prossimi mesi” spiega il questore. “Si tratta di un importante servizio al cittadino, che così non dovrà perdere tempo ulteriore”.

Accanto a questo, un altro servizio riguarda le famiglie con figli fino a sei anni che devono fare o passaporto o permesso di soggiorno potranno evitare di portarli in questura per la legalizzazione della fotografia: tale procedura potrà infatti essere fatta direttamente nel Comune di residenza, “risparmiando così un notevole disagio alla famiglia, che in questo modo evita di portare in giro bambini piccoli”.

Laura Bosio

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