Cronaca

Nuovo parco fotovoltaico, presa di posizione di venti associazioni ambientaliste

L'area in cui dovrebbe sorgere il nuovo parco

Si riaccende la polemica sull’ipotesi di realizzazione del parco fotovoltaico alle porte della città, su 15 ettari di suolo agricolo, avanzata dalla Fondazione Città di Cremona e dal Comune. A porsi delle domande sono un gruppo di 20 associazioni ambientaliste cremonesi, che si chiedono il motivo del silenzio istituzionale su questa vicenda.

“Ci auguriamo sia in atto un periodo di riflessione da parte di tutti i soggetti istituzionali e politici coinvolti nella decisione” sottolineano le associazioni prendendo posizione in una nota firmata da Luigi Armillotta, presidente “Passione per Cremona; Primula Bazzani, vicepresidente “Passione per Cremona; Michele Arisi, CreaFuturo per le energie rinnovabili; Bassano Riboni, WWF Cremona; Laura Rossi, Filiera Corta Solidale; Benito Fiori, AmbienteScienze; Pierluigi Rizzi, presidente Legambiente Cremona; Claudio Rambelli per Slow Food cremonese; Cristina Cavalli per DAS, Donne Ambiente Salute; Mariagrazia Bonfante, Valerio Gamba, Dina Rosa per Salviamo il Paesaggio cremonese, cremasco, casalasco; Matteo Lodigiani per Forum delle idee; Anna Delbarba per M.F.E. Movimento Federalista Europeo, sez. di Cremona; Michele De Crecchio, consigliere Italia Nostra, sez. di Cremona; Ilaria Visioli e Patrizia Carlini del comitato BiancoSpino; Rosolino Fiorini per Gruppo ecologico El Muroon; Cesare Vacchelli, coordinamento No Autostrade Cr-Mn e Tibre; Ezio Corradi, No Triv Lombardia; Luigi Gardini per Noi, Ambiente, Salute di Viadana; Beppe Visioli, Vivambiente Onlus di Castelnuovo Bocca d’Adda; Michele Boato, presidente Ecoistituto Alex Langer; Marco Pezzoni per “ Almeno il 55% entro il 2030”, Campagna per la riduzione delle emissioni di CO2.

“Noi ribadiamo la nostra netta contrarietà a questo progetto che non solo depauperebbe il nostro territorio, non solo sarebbe un vero scempio dal punto di vista paesaggistico e ambientale, non solo colpirebbe la credibilità delle imprese che sviluppano una tecnologia pulita e importante che non merita di essere abbinata a operazioni speculative, ma risulterebbe un “precedente” grave perché avallato e sostenuto dalle nostre rappresentanze istituzionali pubbliche.

“Siamo sostenitori dello sviluppo sostenibile, delle fonti rinnovabili e, in particolare, del fotovoltaico, ma il fotovoltaico va installato sui tetti, nelle aree dismesse, come del resto prevede e incentiva lo stesso Decreto ministeriale Fer 1. Per questa ragione, ai primi di febbraio, le associazioni si ritroveranno per calendarizzare una serie di iniziative affinchè sia i consigliere comunali che tutta la cittadinanza siano informati sull’impatto rappresentato da questo progetto, valutando la normativa in vigore, i vincoli eventuali e l’iter burocratico necessario per la sua autorizzazione, per accompagnarlo e contrastarlo con l’adozione di tutti quegli strumenti giuridici e partecipativi che la democrazia deliberativa consente ai cittadini”.

 

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