Bagarre in ufficio di presidenza sulle luci in viale Po: alla fine la spunta l'opposizione
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Seduta molto animata dell’Ufficio di presidenza, ieri, per stilare l’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale che si terrà il 27 gennaio. Il dibattito, con toni accesi, si è sviluppato in merito alla richiesta di iscrizione all’ordine del giorno della petizione con cui poco meno di 600 residenti della zona Po hanno chiesto che il Comune provveda ad aumentare i punti luci lungo la ciclabile e la parte pedonale di viale Po. Testo e firme sotto la petizione erano stati depositati dai promotori il 14 novembre scorso e secondo lo Statuto del Comune (art. 22, punto 3) tocca al sindaco “comunicare al suo primo sottoscrittore l’organo competente ad esaminarla e la data della sua trattazione entro quarantacinque giorni, trascorsi i quali ciascun sottoscrittore ha diritto di richiederne l’iscrizione all’ordine del giorno della prima seduta utile del consiglio”. Nessuna risposta ufficiale è però giunta ai promotori che quindi, per mezzo di due firmatarie, l’8 gennaio, hanno chiesto formalmente l’iscrizione dell’argomento all’ordine del giorno.
La protesta dei capigruppo dell’opposizione è nata dal fatto che l’argomento venisse trattato nel prossimo Consiglio come una semplice comunicazione da parte del Presidente Paolo Carletti a inizio seduta, nella quale avrebbe informato i consiglieri dell’avvenuta presentazione della petizione. Nella comunicazione – è stato spiegato in Ufficio di presidenza – sarebbe stato detto che il sindaco aveva dato indicazioni al vicesindaco Andrea Virgilio di seguire la cosa. I consiglieri di minoranza hanno preso questa posizione come un affronto ai cittadini firmatari: “E’ questo il rispetto che l’amministrazione ha nei confronti dei suoi cittadini: demandare ad una semplice comunicazione di tipo notarile, visto che il ruolo del presidente del consiglio non è politico, la legittima richiesta di un gruppo di cittadini, a cui oltretutto non è stata data risposta per tempo”, ha detto il capogruppo di Viva Cremona, Carlo Malvezzi, a cui si sono aggiunte, in particolare, anche le rimostranze di Maria Vittoria Ceraso e Marcello Ventura. “La realtà è che la maggioranza non vuole che sia il sindaco, a cui è indirizzata la petizione, a introdurre l’argomento perchè non vuole che ne segua un dibattito. Battagliando per tre quarti d’ora, come minoranze abbiamo ottenuto che dell’argomento si potesse parlare, lunedì prossimo, consentendo a tutti i gruppi consigliari di esprimersi”, continua Malvezzi.
L’ordine del giorno ufficiale, uscito dall’ufficio di presidenza, è in realtà molto sintetico e non fa riferimento a chi – se il sindaco o il presidente del consiglio – introdurrà l’argomento della petizione.
Al dibattito ha partecipato anche il segretario comunale Gabriella Di Girolamo, in veste di tecnico, a cui la minoranza ha chiesto delucidazioni sulle parti dello statuto che disciplinano le petizioni popolati. E’ emerso che il caso in questione rappresenta una novità e che quindi si dovesse procedere per analogia con altri casi. “Ma il senso di una petizione – conclude Malvezzi – è che sia il sindaco a dare spiegazioni ai cittadini che manifestano una necessità, quegli stessi cittadini che non hanno avuto risposta nei tempi stabiliti”.