Cronaca

Lite stradale, minacciato con un taglierino: 'Ti taglio la gola' Automobilista a processo

‘Ti faccio vedere che ti taglio la gola’, ‘ti faccio vedere che se voglio ti taglio la gola. Hai capito?’. Queste le minacce che sarebbero state pronunciate dall’automobilista Claudio Montanari nei confronti di un pedone che il 3 agosto del 2017 stava attraversando la strada in via Giordano con il semaforo verde. L’automobilista avrebbe inchiodato per evitare di investirlo. Quelle minacce, Montanari le avrebbe pronunciate brandendo un taglierino. L’imputato, 35enne cremonese, e’ a processo con le accuse di minacce e per aver portato fuori dalla propria abitazione il taglierino e un cavatappi. Vittima, Stefano, 46 anni, anche lui cremonese.

Quel pomeriggio Stefano era appena uscito dalla banca e stava attraversando la strada per dirigersi verso largo Pagliari. Il semaforo era verde. “A metà della sede stradale”, aveva fatto verbalizzare in denuncia, “mi sono accorto che stava arrivando una macchina con direzione Porta Po che si è fermata bruscamente, inchiodando ad un metro davanti a me. In quel momento io ero al telefono con mio fratello e mi è venuto l’istinto di allungare il braccio per indicare all’autista di fermarsi. Nel continuare l’attraversamento, il conducente ha fatto ripartire il mezzo per poi frenare subito dopo, come se volesse farmi capire che poteva investirmi. Quindi io ho tenuto il braccio alzato per fargli capire di restare fermo che io stavo attraversando”. A quel punto, sempre secondo il racconto di Stefano, il conducente sarebbe sceso con in mano un taglierino con lama scoperta, e gli avrebbe urlato ‘Ti faccio vedere che ti taglio la gola’, avvicinandosi poi nuovamente e urlando ancora ‘ti faccio vedere che se voglio ti taglio la gola. Hai capito?’. In denuncia, Stefano, che è cardiopatico, ha raccontato di aver avuto un mancamento e di essere finito a terra. “Il trasportato”, si legge nel verbale, “era sceso dalla macchina per sincerarsi delle mie condizioni e mi ha chiesto se era tutto a posto, subito dopo sono ripartiti a forte velocità verso Porta Po, lasciandomi disteso a terra”. Nel frattempo, però, Stefano si era memorizzato la targa dell’auto, una Golf grigia scura metallizzata con i vetri posteriori oscurati. Una volta ripresosi, aveva telefonato al numero unico che lo aveva messo in contatto con la polizia. L’auto è risultata appartenere a Claudio Montanari, che quel giorno si stava recando dal suo legale, l’avvocato Giancarlo Rosa, che lo assiste anche in questo processo insieme al collega Giovanni Benedini. Montanari era in ritardo e l’avvocato Rosa lo aveva chiamato per chiedergli dove fosse. ‘Mi ha fermato la polizia’, gli aveva detto il cliente. La fotografia dell’imputato era poi stata mostrata alla vittima che lo aveva riconosciuto “con assoluta certezza”.

Il 35enne cremonese è un soggetto conosciuto: era stato arrestato nel 2017 per stalking nei confronti della ex fidanzata (il procedimento penale è ancora in corso) e condannato nel marzo dell’anno scorso a tre anni di reclusione perchè coinvolto nella vicenda della sottrazione dei corpi di reato dal tribunale da parte di due dipendenti infedeli: la droga portata via dal caveau del palazzo di giustizia sarebbe stata destinata proprio a Montanari. Si torna in aula il prossimo 14 febbraio.

Sara Pizzorni

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