'Green New Deal', tra le priorità di Cremona autostrada e raddoppio ferroviario
Ci sono diverse questioni aperte legate al nostro territorio nel dossier “Green New Deal Italiano”, individuate da Legambiente per fare aprire i cantieri e rilanciare investimenti e occupazione anche in Lombardia. A partire dalla questione del raddoppio ferroviario della linea Mantova-Codogno (tratto della Mi-Cr-Mn): “l’adeguamento e il raddoppio su almeno parte della linea consentirebbe di aumentare frequenza e puntualità, oltre che di svolgere in modo accettabile il trasporto merci” scrive Legambiente nel dossier. “Rfi recentemente ha presentato un piano di investimenti per questa e altre ferrovie minori, con numeri che però richiedono verifiche”. Altra questione aperta è quella della tratta Piacenza-Cremona, ormai da tempo in disuso nonostante le numerose richieste da più parti di riattivarla: “lo stato di conservazione del manufatto sarebbe complessivamente adeguato ed è incomprensibile che sia stata lasciata morire sopprimendo il trasporto passeggeri”.
Dal punto di vista del trasporto su gomma, c’è l’annosa vicenda del collegamento tra Cremona e Mantova: secondo Legambiente è sulla Sp10 su cui si dovrebbe puntare. “L’infrastruttura deve essere riqualificata e aggiornata, risolvendo le intersezioni e gli attraversamenti di centri abitati, aumentandone la sicurezza e abbandonando il progetto alternativo di raccordo autostradale Cremona-Mantova”. Secondo gli ambientalisti, infatti, “la riqualificazione comporterebbe una spesa assai inferiore agli 800 milioni previsti per l’autostrada, su cui la Regione Lombardia ha recentemente promesso 400 milioni con la speranza di muoverne i restanti 400 dai privati. È evidente il fallimento del project financing, non supportato da una adeguata domanda di traffico, oltre che del tramonto, ormai definitivo, del progetto di TIBre autostradale”.
C’è infine il problema dei ponti sul Po, e in particolare quello di San Daniele. “Le preoccupazioni non mancano per i due ponti della Bassa, quello di San Daniele e quello di Viadana, in condizioni critiche per quanto riguarda la stabilità che compromettono il collegamento tra la Lombardia e l’Emilia Romagna” si legge nel dossier. “Ancora una volta i ponti, opere essenziali per il superamento di barriere naturali, sembrano essere infrastrutture che non riescono a conquistare la necessaria attenzione da una politica regionale il cui cuore batte solo per opere autostradali: non sembra casuale che i ritardi e le inadempienze negli interventi per la sicurezza dei ponti sul Po siano coincisi con quelli di massimo fervore delle discussioni per le autostrade TiBre e Cremona-Mantova, che speriamo siano presto consegnati definitivamente agli archivi dei progetti inutili”.
“La Lombardia è una delle regioni che vanta le più importanti eccellenze nel campo dell’innovazione, eppure proprio qui si registrano tra i più i grandi sprechi di risorse per opere incompiute, mobilità interrotta, infrastrutture obsolete e insicure, progettazioni che non tengono conto dei reali bisogni del territorio ma solo degli interessi economici degli appaltatori” dichiara Barbara Meggetto, presidente di LegambienteLombardia. “Il futuro della Lombardia è necessariamente legato alla riqualificazione delle strade e dei ponti esistenti e al miglioramento delle connessioni ferroviarie, quando al contrario in Regione si continua a tenere in vita progetti di grandi opere stradali e autostradali impattanti e inutili”.
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