Cronaca

Fanghi all'inceneritore, A2A: 'Possibilità già prevista' Comune: 'Stiamo valutando'

Dopo l’articolo, uscito su Cremonaoggi, ‘I fanghi non smaltiti in agricoltura all’inceneritore di Cremona’, Lgh (gruppo A2A) interviene per spiegare le motivazioni della propria scelta. “Il problema dello smaltimento dei fanghi da depurazione in agricoltura sta diventando una vera e propria emergenza nazionale ed è anche compito delle comunità locali trovare soluzioni che evitino forti aggravi di costi per le società idriche e, quindi per i cittadini, e bilanci ambientali negativi” sottolinea l’azienda in una nota.

“A questo appello, lanciato anche a Cremona durante la scorsa edizione della Fiera Internazionale del Bovino da Latte, Lgh ha risposto positivamente e, di recente, ha riconfermato alla amministrazione comunale la disponibilità a farsi carico degli investimenti necessari affinché i fanghi civili di depurazione (e non quelli industriali) prodotti dal territorio (e solo dal territorio) possano essere termovalorizzati, così come già accade in totale sicurezza in moltissime altri impianti in Italia e all’estero”.

D’altro canto, le autorizzazioni già ci sono: “I fanghi civili di depurazione non sono rifiuti pericolosi e contengono circa l’80% di acqua e che, nell’ambito del processo autorizzativo, a suo tempo approvato, è già prevista la possibilità che l’impianto tratti i fanghi. Dal punto di vista del bilancio ambientale l’intervento, previsto da Lgh, presenta elementi di primario valore dal momento che riduce annualmente di 30 tonnellate le emissioni di CO2 e di oltre
150 chilogrammi l’inquinamento da NOx, causati oggi dallo spostamento dei mezzi sul territorio per la movimentazione dei fanghi”.

Insomma, la richiesta fatta al Comune sarebbe un atto solo formale, in quanto l’impianto sarebbe già autorizzato a trattare tali materiali. Non dello stesso avviso il Comune, che fa sapere come la proposta sia “in fase di elaborazione”. La proposta è arrivata non solo da Lgh ma anche da Padania Acque. “Abbiamo chiesto a Lgh di venire in Giunta a illustrare la proposta e poi abbiamo chiesto immediatamente e formalmente degli approfondimenti perché vogliamo sapere come sarebbe questo impianto, quale sarebbe il vantaggio e/o l’impatto ambientale, che cosa vorrebbe dire per il termovalorizzatore che sta andando verso la sua fine naturale” fanno sapere ancora dal Comune, che sottolinea di non aver dato “nessun assenso alla proposta”.

L’amministrazione ha chiesto alle aziende coinvolte, ognuna per la sua parte, “di chiarire progetto e condizioni. E’ chiaro che una prospettiva del genere deve essere approfondita bene e deve essere discussa con il territorio. Organizzeremo un incontro pubblico su questo argomento e sul termovalorizzatore, perché vogliamo condividere con i cittadini tutte le informazioni”.

Due cose devono essere chiare, continua il Comune: “Primo, questa proposta deve essere vantaggiosa per l’ambiente; secondo questa proposta non deve in nessun caso preludere ad alcun revamping dell’inceneritore che va verso la dismissione nei prossimi anni. E proprio per questo, a breve, c’è l’intenzione di far partire un gruppo di lavoro in Lgh per individuare le fonti alternative al teleriscaldamento, attualmente alimentato proprio dal termo. Quella sull’economia circolare, sui rifiuti, da diminuire alla fonte, da differenziare sempre di più e meglio e da incenerire sempre meno è una battaglia grande, dura e importante che continuiamo e continueremo a combattere per il nostro futuro!”.

Come noto, Aem Cremona detiene il 15,5% di Lgh (prima della fusione era oltre il 30%), contro il 51% di A2A. Un peso che difficilmente potrebbe essere incisivo nelle decisioni dell’azienda.

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