Ambiente

Pianalto Melotta, vittoria degli ambientalisti: Mattarella accoglie ancora il ricorso

Vittoria degli ambientalisti ieri con il nuovo decreto del Capo dello Stato Sergio Mattarella che recependo il giudizio del Consiglio di Stato, ha riaperto l’istruttoria in merito all’estrazione di argilla nel Pianalto della Melata, geosito di grande interesse geologico e geomorfologico della Pianura Padana, che coinvolge quattro comuni tra cui Soncino e Romanengo. E’ qui che il piano cave della Provincia di Cremona, nel 2012, aveva individuato un ambito estrattivo di argilla.
WWF, FAI, Legambiente e Italia Nostra, attraverso l’avvocato Paola Brambilla, presidente del Wwf Lombardia, nel 2014 avevano promosso ricorso al Capo dello Stato, spiegando come un sito unico nel nord Italia non potesse essere utilizzato “per una banale cava di argilla”. Dopo un paio di anni il Consiglio di Stato, con motivazioni contenute in una decina di pagine, emetteva il suo verdetto: gli ambientalisti hanno ragione, il Pianalto va tutelato. A seguito di questo parere, il Capo dello Stato emetteva il decreto che faceva decadere eulla parte del Piano cave della Provincia di Cremona.

Arriviamo al 2017: “L’imprenditore Danesi – spiega l’avvocato Brambilla – “senza informare noi ricorrenti e diciamo così ‘in sordina’ chiede al Ministero delle Infrastrutture di sollecitare il Consiglio di Stato di rivedere il precedente parere. Senza il minimo coinvolgimento delle parti, il Consiglio di Stato sentenzia in senso opposto e afferma che il ricorso degli ambientalisti è inammissibile”. Una doccia fredda per le quattro associazioni, alle quali, in prima battuta, si era unito anche il comune di Romanengo (allora era sindaco Marco Cavalli), ma che nel frattempo aveva cambiato colore politico e si era ritirato.
“Siamo venuti a sapere di questo nuovo decreto presidenziale nel giugno 2018 – continua Brambilla – e solo allora abbiamo potuto fare un nuovo ricorso al Capo dello Stato affinché riaprisse l’istruttoria”. Di ieri l’ultimo capitolo per ora di questa vicenda: Mattarella ha accolto l’istanza delle associazioni e ha rimandato il ricorso al giudizio del Consiglio di Stato: le associazioni presenteranno le loro nuove memorie, ma come spiega Brambilla, “quello che auspico, da legale, è che le parti si siedano attorno a un tavolo e cerchino una soluzione che tenga insieme la tutela paesaggistica, senza pregiudicare le ragioni del lavoro”.
“Quando è la magistratura a doversi esprimere su piani paesaggistici – commenta ancora la presidente del Wwf – vuol dire che qualcosa non ha funzionato nella pianificazione”.
La Provincia di Cremona in un primo tempo aveva riconosciuto il pregio geologico, naturalistico e paesaggistico di quest’area al punto da inserire, in una variante al proprio Piano Territoriale Provinciale di Coordinamento nel 2009, il Pianalto come emergenza più importante del territorio provinciale. Nel 2010 Regione Lombardia aveva inserito nel proprio Piano Territoriale un articolo dedicato alla tutela dei geositi quali località, aree o territori dove sia possibile definire un interesse geologico e geomorfologico associabile a un valore scientifico, riconoscendo questa peculiarità al Pianalto della Melotta. Poi nel 2012 – 2013 la svolta con l’amministrazione Salini: modificato il Piano Territoriale di Coordinamento per consentire l’escavazione e avviato l’iter di revisione del Piano Cave, con la possibilità di prelevare, in prima battuta, fino a 2.000.000 mc di argilla.
L’Unione Europea ha definito questa area come “l’ultima evidenza morfologica delle dinamiche geologico-strutturali che testimoniano l’avvenuta indentazione tra la catena alpina e la catena appenninica” e luogo fondamentale per la conservazione e la tutela della biodiversità sul continente europeo.
Importante l’unitarietà del fronte ambientalista, che aveva riunito le sigle più importanti del panorama nazionale e delle sue articolazioni locali, che prima di affrontare il ricorso hanno promosso petizioni, convegni di studio e importanti approfondimenti della storia del sito, grazie all’aiuto del geologo Giovanni Bassi.
Il Pianalto di Romanengo è un’area pleistocenica che si eleva dalla pianura alluvionale per circa 10-15 metri con una superficie movimentata, lievi ondulazioni ed avvallamenti. All’interno il Pianalto è solcato dal Naviglio della Melotta, un corso d’acqua di origine artificiale, ma dalle caratteristiche naturaliformi e con habitat tipicamente fluviale. g.biagi

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