Spruzza spray al pepe ai due cani dei vicini di casa, il video lo incastra. Condannato
E’ stato condannato a 3.400 euro di multa, Giuseppe Cremonesi, residente a Sesto ed Uniti, finito a processo con l’accusa di maltrattamento di animali per aver spruzzato spray al peperoncino ai cani dei vicini. Così ha deciso il giudice che ha anche condannato l’imputato a pagare solo 40 euro (le spese della visita veterinaria) in favore della parte civile, Agata Andreini, la padrona dei due animali, due Jack Russell Terrier. Per lei, nessun risarcimento. Per l’imputato, il pm onorario aveva chiesto la condanna a 4000 euro di multa, mentre la parte civile aveva chiesto un risarcimento di 10.000 euro. Ad inchiodare Cremonesi è stato un video nel quale era stato ripreso mentre era nascosto dietro l’auto armato di spray al peperoncino. Lì, vicino ad una siepe, aveva atteso l’arrivo dei cani dei vicini ai quali aveva spruzzato il contenuto urticante. “Pur avendo visionato il video in questione”, ha detto oggi Cremonesi nelle dichiarazioni spontanee, “non riesco a riconoscermi”.
L’episodio risale alle 20,30 del 6 giugno del 2016 nell’abitazione di viale Matteotti a Sesto. “Lo ricordo come se fosse oggi”, aveva detto la donna al giudice nella scorsa udienza. “Quella sera stavo cenando con mio marito e mia figlia e come sempre abbiamo fatto uscire i cani, che sono con noi da sette anni, per fare i loro bisogni. Ad un certo punto abbiamo sentito un abbaiare molto intenso, diverso dal solito, e così sono uscita a vedere. Avevano gli occhi chiusi e irritati e continuavano a tossire. Li ho presi e sono andata immediatamente dalla veterinaria. Nel frattempo mio marito e mia figlia hanno controllato le immagini delle telecamere della casa e dal video si vedeva chiaramente il nostro vicino nascosto dietro la sua macchina che si avvicinava ad una siepe con in mano una bomboletta con la quale continuava a spruzzare qualcosa”. “I cani”, aveva riferito la Andreini, “sono stati male per un pò di tempo, erano agitati ed ingestibili, ma poi per fortuna sono stati bene. La registrazione di quel video l’ho portata ai carabinieri.
A Luciano Baccanti, all’epoca dei fatti commissario della polizia locale di Sesto ed Uniti, erano state mostrate in aula delle fotografie estrapolate dal video, frame nei quali il testimone non era riuscito a riconoscere l’autore dei maltrattamenti. Lo aveva riconosciuto però cinque minuti dopo, quando gli era stato mostrato il video. “Sì, è Giuseppe Cremonesi”, aveva detto. Infine era stata sentita la moglie dell’imputato. Anche a lei era stato mostrato il video, ma la donna non aveva riconosciuto il marito. “Mio marito è meno robusto della persona ripresa dalle telecamere”, aveva precisato.
“Che in quel video ci fosse Cremonesi”, ha detto l’avvocato di parte civile Carlo Meleri, “è ampiamente provato”. “L’utilizzo della videoregistrazione”, ha poi puntualizzato il legale, “era assolutamente lecito: la telecamera, regolarmente segnalata e visibile a chiunque, inquadrava il cortile e l’ingresso”. “Gli animali”, ha aggiunto l’avvocato, “per chi li apprezza, sono molto importanti, e il danno e il torto sono molto elevati. Se arrivo a far del male a due bestioline, mi chiedo cosa potrei fare in un’altra occasione”.
“Questo processo avrebbe avuto bisogno di una prova scientifica”, ha sostenuto invece l’avvocato Alessandro Zontini, legale della difesa. “E qui la prova scientifica non c’è. Nulla è stato provato”. L’avvocato ha parlato di “testimoni contraddittori”, della moglie dell’imputato che non ha riconosciuto la sagoma del marito, del vigile che prima non lo ha riconosciuto e poi lo ha cambiato versione, e dell'”assoluta incertezza” che quella figura dietro la siepe fosse proprio l’imputato. E poi il ruolo “fondamentale” del veterinario: “veterinario”, ha ricordato l’avvocato della difesa, “che ha riscontrato l’irrilevanza del danno, tanto che non ha prescritto alcun medicinale. Questo presunto avvelenamento non c’è stato, non essendo stata effettuata alcuna analisi chimica sulla sostanza che avrebbe intossicato i cani, così come non si sa che cosa avesse avuto in mano quella figura nascosta dietro la siepe. Nel video non si vede affatto l’azione di questo presunto avvelenamento che tra l’altro avrebbe interessato un solo cane e non due”.
Sara Pizzorni