Cultura

La liuteria italiana in Argentina raccontata nel documentario 'Lungo Mare' di Sol Capasso

Sarà distribuito nel 2020 il documentario ‘Lungo Mare’ con la regia di Sol Capasso, originaria di Buenos Aires ma cremonese d’adozione, che intende raccontare storia ed evoluzione della liuteria italiana in Argentina. E’ un viaggio che con la settima arte conduce il pubblico attraverso due continenti nel segno del violino: sarà distribuito nella prima metà del 2020 il documentario ‘Lungo Mare’, prodotto da Camarada Films con la regia di Sol Capasso da un’idea originale di Pablo Saraví, pellicola che racconta storia ed evoluzione della liuteria italiana in Argentina e conta sulla collaborazione di istituzioni culturali dei due Paesi.

Mentre a Cremona il periodo d’oro del maestro Stradivari si compì agli albori del XVIII secolo, a Buenos Aires l’arte della costruzione di strumenti musicali giunse fra il 1880 e il 1950 ossia insieme all’immigrazione europea. Numerosi concertisti e liutai si trasferirono nella capitale argentina e i mecenati del posto si appassionarono a violini, viole, violoncelli di scuola italiana, come testimonia la presenza attuale presso il Museo Fernández Blanco di Buenos Aires di una prestigiosa collezione di strumenti Rugeri, Guadagnini, Guarneri del Gesù. Non solo, in quel contesto di rilancio artistico fu fondata nel 1950 dal liutaio fiorentino Del Lungo la prima scuola di liuteria del Latinoamerica, nella provincia di Tucumán. Ancora oggi sono diversi i maestri che da laggiù vengono a perfezionarsi nella città del torrazzo e poi tornano nella terra natale per aprire bottega.

‘Lungo Mare’ racconta proprio l’interazione fra le due città, cui la stessa regista è legata: Sol Capasso, originaria di Buenos Aires, vive infatti a Cremona da diversi anni dove presiede l’Associazione Latinoamericana e si occupa di produzione audiovisiva. Per il documentario si è basata sulle ricerche di Pablo Saraví, illustre violinista argentino che al tema ha dedicato svariati libri. L’artista ha inoltre inciso la colonna sonora del film, componendo un brano originale eseguito con violini di scuola italiana.

Federica Priori

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