Cronaca

UTIN, Poggiani attacca Gallera: 'Discrezionalità nell'applicare i criteri di riorganizzazione'

Dopo l’intervento dell’assessore Gallera, che smentiva le notizie di ridimensionamento presso l’Ospedale di Cremona, non tarda la risposta del dottor Carlo Poggiani, ex direttore dell’unità operativa di Terapia Intensiva Neonatale dell’Asst di Cremona. “Il comunicato stampa dell’Assessore Gallera fa riferimento ad una casistica dei soli nati pretermine ma, anche se i numeri negli ultimi anni sono quelli citati, risulta mistificatorio della realtà e, spiace dirlo, assolutamente spiacevole nei commenti” sottolinea il medico.

“Risulta evidente il tentativo di giustificare da parte dell’assessore la delibera di Giunta con la necessità di garantire la sicurezza ma utilizza i Decreti Ministeriali a Suo piacere: come la mettiamo con la sicurezza dei punti nascita con numero di nati inferiore a 1000/anno (limite ministeriale)?? La Delibera eleva al rango di Patologia Neonatale molte strutture che lavorano come un nido di primo livello e non cita contestualmente realtà che lavorano come se avessero l’accredito di Tin , ma non l’hanno, e assistono di fatto neonati peso molto basso o estremamente basso”.

Non è tutto: “?Sempre in tema di sicurezza, si documenti l’Assessore sull’organico medico di molte Tin confermate in grado: un numero di neonatologi adeguato serve a garantire non solo una turnisti a a norma di legge ma soprattutto la correttezza delle cure e vada a verificare l’organico di Poliambulanza, Seriate e Mantova.?Non mi risulta che gli operatori di Cremona abbiano mai, dico mai, consigliano ai genitori di rivolgersi a centri con più esperienza. Questa è affermazione gravissima volta a instillare sfiducia nella popolazione verso il proprio ospedale. Vilipende il personale tutto, dall’Ausiliario all’Infermiere, al Medico nella loro professionalità.

Si documenti l’Assessore sul numero di nati outborns trasferiti da fuori provincia (MI, BG, BS, VR, MN) alla Tin di Cremona: scoprirà che è superiore al numero di neonati trasferiti da Cremona verso altri centri (quasi sempre per motivazione di tipo chirurgico, come del resto avviene per altre Tin lombarde prive di chirurgia pediatrica o cardiochirurgia). Aggiungo che fino al 31 dicembre 2018 ci sono sempre stati trasferiti neonati con patologia complessa e/o prematuri di peso inferiore ai 1500 grammi”.

“Tralasciando l’errore che la Tin di Cremona ha 4 posti letto di intensiva (ne ha 5), rimarranno aperte Tin con meno 8 posti letto, limite considerato imprescindibile e ribadito dall’Assessore: Poliambulanza 6 e Seriate 6” continua Poggiani. “?Il DEA di secondo livello è indicato come criterio perché vi sia una Tin: Mantova e Seriate hanno un DEA di primo livello.?La Delibera Ministeriale fa riferimento ad un numero minimo di nati sotto i 1500 g per mantenere le competenze a 50 per anno. Ed è corretto, ma ecco i numeri del 2018: Monza 45, Lecco 36, Melloni 31, Niguarda 29, Como S. Anna 28, Seriate 28, Poliambulanza 26, Mantova 24. ?L’Assessore Gallera, parlando di Cremona, definisce il numero di ricoveri “esorbitanti” rispetto alla natalità del centro, insinuando una mancanza di professionalità del medico nella valutazione del paziente, se non peggio. Orbene, Pavia fa 345 ricoveri contro i 161 di Cremona mostrando un rapporto simile tra natalità e ricoveri, anche considerando che Pavia copre con lo Sten Lodi e Crema.

Crema, ulteriore anomalia che l’Assessore o la delibera non chiariscono. Fa parte o no della Ats cui appartengono Cremona e Mantova ? Perché mai invia i neonati bisognosi a Pavia? ?L’Assessore sulla base della durata della degenza media estrapola la bassa complessità dei pazienti in carico a Cremona e insinua che a Cremona si lavoro poco: ci spieghi allora perché la Tin della Macedonio Melloni ha una degenza media di 7 giorni (contro i 6,4 di Cremona) con una saturazione del 34,3% e rimane accreditata o ci spieghi perché la Tin di Mantova e Poliambulanza hanno una degenza media di 10 giorni, pur facendo meno nati di peso molto basso e non trattando patologia chirurgica, di poco inferiore a quella della Tin del Civile di Brescia.

E’ curioso come nel 2018 la saturazione della Poliambulanza sia calata al 75% dal 95% del triennio valutato nella delibera. Tutto questo dovrebbe far sorgere dei dubbi sull’attendibiità dei criteri presi in esame e sulla discrezionalità della valutazione nel decidere se il paziente vada caricato o meno in terapia intensiva.?Il dato di fatto è che la natalità in Lombardia è calata del 25% in 10 anni e il numero di nati di peso inferiore a 1500g è calato del 40% . La natalità nel punto nascita di Cremona è aumentata del 25% in 10 anni, e nel 2017 e nel 2018 ha mantenuto un trend in crescita contro il dato regionale.

Siamo favorevoli ad una riorganizzazione del percorso nascita in Lombardia secondo standard internazionali, ma è assolutamente inaccettabile la discrezionalità usata nell’applicare i criteri, è incomprensibile come venga pubblicata una delibera incompleta e inesatta.?L’Assessorato concede a Cremona di assistere neonati dalle 32 settimane di età gestazionale in su: inaccettabili e svilente. Come dire ad una compagine di Vigili del Fuoco che possono limitarsi a spegnere solo i piccoli focolai di incendio, per quelli grossi si rimanda ad altri.?Per concludere, a fronte di un ridimensionamento della Tin si da per contentino un potenziamento della Neuradiologia: questo si chiama ridistribuzione delle risorse e nulla ha a che fare con la dichiarata volontà di sicurezza delle nascite”.

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