Cronaca

Terapia intensiva neonatale, i cremonesi si mobilitano online Petizione per salvare il reparto

I cremonesi si stanno mobilitando online per salvare il reparto di terapia intensiva neonatale di Cremona. E’ infatti partita una petizione per fermare il declassamento dell’Unità. Il rischio sarebbe quello dell’impossibilità, da parte dei neonatologi di Cremona, di farsi carico dell’assistenza sia ai neonati gravemente prematuri che a quelli a termine di gravidanza con l’esigenza di un supporto ventilatorio, di ipotermia terapeutica, di infusione di sostanze inotrope, di nutrizione parenterale totale. (QUI la petizione online)

A prendere una dura posizione sul ridimensionamento della terapia intensiva neonatale di Cremona era già stato, su Cremonaoggi e Cremona1,  Carlo Poggiani, ex direttore dell’unità operativa di terapia intensiva neonatale dell’ASST di Cremona, che rincara la dose, aggiungendo, in una lettera, nuovi particolari sull’incredibile scelta regionale.

“A sostegno della necessità di non penalizzare la TIN di Cremona e l’intero territorio (sul quale insiste, ripeto, una sola TIN) propongo alcuni spunti sui quali ulteriormente riflettere. Da un punto di vista qualitativo (efficacia della nostra attività) da sempre la TIN di Cremona inserisce i dati di outcome (mortalità, morbilità) presso un Database Internazionale denominato VON (Vermont Oxford Network), istituzione indipendente che analizza e confronta i risultati di circa 1300 T.I. nel mondo con lo scopo di identificare possibilità di miglioramento nell’assistenza ai nati sotto i 1500 grammi: ebbene, fino al 31 dicembre 2018 presso la TIN di Cremona sono stati curati circa 600 neonati sotto le 29 settimane e/o sotto i 1500 grammi. Non solo i dati di mortalità a Cremona sono stati di 1 punto inferiori alla media dei centri TIN accreditati Italiani. Nei sopravvissuti gli indicatori di morbilità sono sempre stati molto ma molto più bassi della media italiana a riprova della professionalità del personale medico infermieristico della TIN e dell’operato dei nostri Ginecologi”. Poggiani specifica poi altri numeri: “ Posti letto del Reparto di Neonatologia e Patologia Neonatale con T.I. sono 15 (5 di Intensiva e 10 di Subintensiva). Per quanto riguarda la saturazione dei Posti Letto di Terapia Intensiva (bassa per Regione Lombardia) il dato è opinabile perché soggettivamente determinato pur in presenza di indicazioni stringenti da parte della Società Scientifica): avremmo accettato di ridurre di 1 posto letto i posti di T.I. portandoli da 5 a 4. La cosa importante non è data tanto dalla saturazione dei posti letto quanto dal numero degli assistiti di peso molto basso (sotto 1500 grammi) o estremamente basso (sotto 1000 grammi): in Poliambulanza ne hanno avuti meno. Facciamo valere una sola regola, eguale per tutti. E chiudano Poliambulanza (BS), Macedonio Melloni (MI), Seriate (BG), Valduce (CO), Rho (MI). Con Lodi non mi confronto ”.

Poggiani scrive che il Direttore di Dipartimento Materno Infantile fin dal mese di maggio 2019 ha chiesto per tre volte di essere ricevuto dall’Assessore alla Sanità, Gallera, in qualità di Presidente della SLOG (Società Lombarda di Ostetricia e Ginecologia): richiesta rimasta inevasa. Continua poi la lettera dell’ex primario: “In Regione Lombardia sono presenti e continueranno ad operare TIN che non hanno mai ricevuto l’accredito regionale (è come guidare senza patente). Vero è che la provincia di Cremona non ha un bacino di nuovi nati molto nutrito, ma a differenza del trend regionale e nazionale i nati a Cremona sono stati almeno fino al 31.12.2018, in crescita”. Infine parla di spese effettuate proprio per il reparto: “Regione Lombardia nel novembre 2018 aveva autorizzato la copertura di Direttore di struttura complessa di TIN (Primariato) nel momento stesso in cui me ne fossi andato. Negli ultimi due anni l’Amministrazione ha affrontato spese per circa 300.000 Euro in nuove apparecchiature ritenute indispensabili per proseguire una attività ad altissima specializzazione”. fband 

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