Cronaca

Caos sui treni del ritorno dei pendolari: il 2659 partito un'ora dopo

Cancellazioni e ritardi per i pendolari che in queste ore dovrebbero tornare a Cremona – Mantova: le informazioni sono ancora contraddittorie, ma chi si trovava a Milano centrale  alle 17,20 per fare ritorno nella Bassa si è trovato davanti all’avviso che il treno 2659 era stato cancellato per un guasto sulla linea, a cui stavano provvedendo i tecnici di Rfi. Successivamente è stato comunicato che il treno sarebbe partito da Rogoredo. E’ una delle ripercussioni dei problemi che si erano verificati qualche ora prima sulla linea, con il Mantova – Milano delle 14,41 (da Cremona alle 15,30) arrivato a Rogoredo alle 18 anzichè alle 16,27. I ritardi c’erano già stati tra Mantova e Piadena, ma il peggio è avvenuto nel tratto successivo, con un guasto importante all’altezza di Melegnano. Il convoglio, fermatosi tra Tavazzano e Rogoredo, era stato fatto retrocedere alla stazione di Tavazzano.

Nel frattempo, i viaggiatori del 2659 sono saliti sulla corsa 2661 in partenza un’ora dopo.

Nonostante le disastrose performance di Trenord e Rfi, non ci sarà bonus a dicembre per  i viaggiatori della linea Milano – Cremona – Mantova.  Lo scrive Matteo Casoni dalla pagina Facebook del comitato pendolari InOrario: “essendo questo dato riferito alla situazione di Settembre 2019, dove i nostri dati, per quanto riguarda i treni diretti, parlano di una percentuale REALE del 75%, ce lo aspettavamo. Vogliamo vedere cosa faranno per Gennaio (dati di Ottobre), quanto la puntualità da noi rilevata è stata del 69%”.

Martedi 26 novembre alle 18 è in programma la mobilitazione indetta dal coordinamento dei comitati pendolari lombardi che si ritroveranno in piazza Cadorna a Milano: “#adessobasta – scrivono  – troviamoci  presso la stazione di Milano Cadorna per esprimere la nostra delusione per le condizioni indegne del servizio di trasporto ferroviario della Lombardia. I viaggiatori, i comitati e i Rappresentanti dei Viaggiatori in Regione vi invitano a partecipare alla nostra protesta”.

 

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