Cronaca

Caso Faliva: a 10 anni dalla scomparsa, il ministero degli Esteri vuole il Dna dei genitori

Svolta inaspettata sul caso di Angelo Faliva, 31 anni al momento della scomparsa, il giovane cremonese sparito nel nulla dalla nave da crociera Coral Princess in viaggio da Aruba a Cartagena, in Colombia. Lunedì prossimo 25 novembre saranno trascorsi ormai dieci anni. Sul caso, il pm Francesco Messina aveva chiesto l’archiviazione e la famiglia, assistita dall’avvocato Marco Bencivenga, ha deciso di non opporsi. Intanto, però, questa mattina agenti della Questura si sono presentati a casa dei genitori di Angelo, avvertendoli che lunedì, come disposto dal Ministero degli Esteri, uomini della scientifica si recheranno nell’abitazione familiare per prelevare il Dna dei genitori del giovane scomparso per poterlo avere a disposizione e confrontarlo con il profilo genetico di corpi mai identificati ritrovati in questi anni nelle zone dove Angelo ha fatto perdere le sue tracce. A darne notizia è stata Chiara Faliva, sorella di Angelo, sul suo profilo facebook. “Va bene che il detto dice meglio tardi che mai”, scrive Chiara, “ma dopo 10 anni e con la richiesta d’archiviazione? Attendiamo. Come sempre, d’altronde, dal 25 novembre 2009”.

Sulla Coral Princess, Angelo lavorava come cuoco. La sera del 25 novembre del 2009 era di turno al ristorante della nave. Alle 20,15 Faliva aveva lasciato il suo posto di lavoro e nessuno ha più avuto sue notizie, nemmeno il compagno di cabina che non lo aveva visto rientrare a dormire. Il litigio che Angelo avrebbe avuto con un dipendente filippino della nave è stato considerato un fatto di poco conto, una faccenda già risolta. Solo un testimone, un altro dipendente della nave, un macellaio, aveva detto di averlo visto il mattino dopo alle 6 ancora con indosso l’uniforme da cuoco e lo aveva descritto come tranquillo e sorridente.  Poi più nulla. L’imbarcazione era quasi già arrivata a Cartagena.

I misteri sono tanti, così come evidenziato dalle indagini effettuate dalla polizia delle Bermuda: alla nave mancava un salvagente al quale era stata smontata la luce di sicurezza, trovata sull’imbarcazione. E’ stata poi evidenziata una zona della nave vicina alla linea di galleggiamento da cui ci si poteva anche tuffare in mare senza particolari pericoli. Dunque non è neppure esclusa l’ipotesi che Angelo si sia tuffato, nonostante fosse imminente l’arrivo al porto di Cartagena. Poco è stato trovato sul computer di Faliva, tranne uno strano messaggio con un uomo di Cartagena con cui Angelo parlava di scarpe che doveva andare a ritirare. Sul caso c’è stata anche una rogatoria internazionale, ma poco è servito, in quanto, cosa fondamentale, il corpo non è mai stato trovato. Cosa è successo ad Angelo Faliva? Molte le ipotesi, nessuna certezza. Forse ora, però, le cose potrebbero cambiare e la vicenda non può ancora dirsi chiusa.

Chiara Faliva si è sempre battuta per cercare la verità. Ci ha provato l’ultima volta anche con il leader della Lega Matteo Salvini, il 3 giugno scorso, in occasione della sua visita a Cremona quando era ancora ministro dell’Interno. Al politico, Chiara aveva consegnato una relazione sul caso della scomparsa del fratello.

Sara Pizzorni

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