Cronaca

Indagine sul doping: poliziotto rinviato a giudizio Processo in marzo

Nella foto, da sinistra Catapano, Varriale e Losi

E’ arrivato ad un punto di svolta giudiziario il caso dell’operazione sul doping ‘Good Drugs’ portata a termine lo scorso dicembre dagli uomini della squadra mobile di Cremona. Tre gli imputati finiti davanti al giudice per l’udienza preliminare: il poliziotto Vincenzo Catapano, 47 anni, che prestava servizio presso la sala operativa della Questura e i due trentenni Biagio Varriale, di Cremona, e Loris Losi, di Codogno. Oggi Catapano, difeso dagli avvocati Luca Curatti e Gustavo Pansini, è stato rinviato a giudizio e dunque affronterà il processo che si aprirà il prossimo 12 marzo. Biagio Varriale, assistito dall’avvocato Alberto Gnocchi, è stato invece processato con il rito abbreviato ed è stato condannato ad una pena di un anno e quattro mesi di reclusione. Loris Losi, infine, ha scelto la strada del patteggiamento: per lui un anno e otto mesi in continuazione con un altro episodio simile consumato a Piacenza. Catapano, Losi e Varriale, finiti prima ai domiciliari e poi con l’obbligo di firma, sono liberi.

Nell’inchiesta c’era anche un altro imputato: il medico di Busto Arsizio Gabriele Alessandro Mara. La posizione di quest’ultimo, però, è già stata stralciata a causa di un vizio: il giudice aveva infatti dichiarato la nullità del decreto di chiusura indagini in quanto l’avviso era stato notificato al suo difensore di ufficio quando invece l’imputato aveva già nominato il suo legale di fiducia. Mara, dunque, seguirà un iter processuale a parte. Per l’accusa, il 14 gennaio del 2018, avrebbe prescritto “falsamente a nome di una paziente il farmaco antitumorale denominato Anastrozolo, consegnandolo invece a Catapano”.

A Catapano, sospeso dal servizio, sono contestate le accuse di commercializzazione di sostanze dopanti, ricettazione di anabolizzanti, il cui acquisto è vietato dalla legge, e detenzione finalizzata allo spaccio di farmaci a base di nandrolone, considerato uno steroide anabolizzante ed inserito dal 2010 nelle tabelle delle sostanze stupefacenti e psicotrope. Secondo quanto emerso dalle indagini e dalle intercettazioni telefoniche, Catapano, Varriale e Losi, frequentatori di una palestra di Cremona, avrebbero ceduto ad altri atleti amatoriali le sostanze proibite.

In particolare, Catapano e Losi, sia in concorso tra loro che con condotte indipendenti, avrebbero commercializzato, “procurandoli a numerosi appassionati di body building, farmaci e sostanze farmacologicamente o biologicamente attive, idonei a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell’organismo al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti”. Lo avrebbero fatto, sempre per l’accusa, “al di fuori dei canali costituiti da farmacie aperte al pubblico, farmacie ospedaliere, dispensari e altre strutture”, “prendendo direttamente contatti con fornitori terzi e acquirenti e provvedendo direttamente all’approvvigionamento”. Sempre secondo la procura, i farmaci sarebbero stati forniti a Catapano da Varriale, “con sistematicità, attraverso diversi canali di approvvigionamento”.

Da parte sua, tra il 2015 e il febbraio del 2018, Catapano avrebbe a sua volta ceduto a tre atleti un farmaco a base di nandrolone che deteneva presso la propria abitazione. Farmaco, questo, contenente una sostanza indicata nella tabella dei medicinali a base di stupefacenti e psicotropi. Losi, invece, tra il 2014 e il febbraio 2018 avrebbe ceduto lo stesso farmaco ad altri due appassionati di body building.

Al poliziotto è contestata anche la ricettazione, in quanto “al fine di rivenderli, e quindi di trarne profitto”, avrebbe ricevuto i farmaci da Biagio Varriale.

Sara Pizzorni

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