Cronaca

Scritte su palazzo Grasselli e su case private, 2 condanne Risarcimento al Comune

Tre mesi e mille euro di multa ciascuno, pena sospesa, più il pagamento delle spese per 1.500 euro. E’ la condanna emessa oggi dal giudice per il leader del centro sociale Kavarna Andrea Tronco, 36 anni, e per Irene Negroni, 30 anni, entrambi residenti in città, accusati di aver imbrattato con  scritte anarchiche diversi edifici della città. Era il 5 agosto del 2017. Trenta gli immobili presi di mira, tra cui lo storico palazzo Magio Grasselli e in centro le colonne di Galleria 25 aprile, case private e vetrine di svariati negozi. Tredici le denunce presentate, compresa quella del Comune di Cremona, formalizzata in Questura la mattina del 26 ottobre di quello stesso anno dal sindaco Gianluca Galimberti. Come risarcimento danni, il giudice ha disposto in favore del Comune, rappresentato dall’avvocato Cesare Gualazzini, una provvisionale di mille euro. Stessa cifra in favore dell’altra parte civile costituita, i privati Piero Feraboli e Carla Zanoni, proprietari di un immobile di corso XX Settembre, all’angolo con vicolo San Lorenzo, assistiti dall’avvocato Simona Bozuffi. Per gli imputati, il pm, che ha parlato di “danni considerevoli” e di “un fatto particolarmente grave”, aveva chiesto la condanna a 9 mesi e 2.000 euro di multa ciascuno.

L’avvocato Gualazzini

Il palazzo maggiormente colpito era stato palazzo Magio Grasselli, un edificio, come era stato spiegato in aula dallo stesso sindaco, “dal valore storico e dal significato di grande rilievo”. Per ripulire lo stabile non era stato semplice: per non rovinarlo ulteriormente erano state necessarie analisi e un lavoro più “raffinato e costoso” rispetto a tutti gli altri. “I danni”, aveva ricordato il sindaco, “ammontavano a circa 2000 euro”. “Una vicenda”, aveva aggiunto Galimberti, “che ha indignato non solo me personalmente e il Comune, ma che ha provocato disagio e una forte indignazione in tutta la città”.

“Siamo in un paese libero e c’è libertà di pensiero”, ha detto, nella sua arringa, l’avvocato Gualazzini, “ma non la libertà di danneggiare la città”. Il legale aveva anche chiesto al giudice di ‘inasprire’ il reato: dal semplice imbrattamento al più grave danneggiamento aggravato. “Si tratta di opere costose”, ha aggiunto ancora il difensore del Comune. “Qui non si è trattato di lavare via le scritte con il detersivo, ma è stato fatto un gran lavoro di ripulitura senza danneggiare gli edifici. Il Comune è stato danneggiato in modo duplice, visto che ha anche subito un danno di immagine davanti ai molti turisti che in quel periodo si erano trovati davanti quelle scritte”. La provvisionale per i danni chiesta dal legale era di 100.000 euro, mentre l’avvocato Simona Bozuffi, legale dei due privati, aveva chiesto un risarcimento di 5.000 euro con una provvisionale di 3.000.

L’avvocato Bozuffi

A raccogliere e formalizzare le tredici querele era stato il sovrintendente della Digos Gianpaolo Razzetti. Gli imputati erano stati identificati attraverso la visione delle immagini del circuito comunale e dai filmati delle telecamere dei privati. “Tutto il centro storico era tappezzato di scritte contro le istituzioni”, aveva ricordato Razzetti. “Corso XX Settembre è stata una delle vie maggiormente prese di mira, lì sono stati fatti quattro danneggiamenti. Su palazzo Magio Grasselli, invece, c’erano scritte contro CasaPound”.

Il 4 agosto del 2017, giorno precedente il ritrovamento delle scritte, c’era stata la protesta dei centri sociali contro gli arresti di otto anarchici effettuati a Firenze. Negli ambienti cittadini di quell’area era subito corso il passaparola e gli aderenti al Kavarna avevano organizzato in piazza Roma una manifestazione di solidarietà per gli arrestati. Proprio attorno alla piazza, nottetempo, erano comparse le scritte contro polizia e centri di potere.

A processo, i due imputati erano difesi dall’avvocato Sergio Pezzucchi che ha sostenuto non trattarsi di atti di puro vandalismo, ma della manifestazione di un pensiero solidaristico. Per il legale, non c’era alcuna responsabilità penale.

La motivazione della sentenza sarà depositata entro 60 giorni.

Sara Pizzorni

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