Cultura

Cremona sinonimo di musica nel mondo: anche in Venezuela

di Marco Bragazzi

“Dove c’è Cremona c’è musica” potrebbe essere la trasformazione in chiave “musicale” di un motto che da anni accompagna un famoso spot pubblicitario. Per scoprire un nuovo piccolo angolo di Cremona nel mondo dobbiamo trasferirci in Venezuela, a Caracas e fare un viaggio a ritroso nel tempo di circa 70 anni. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale l’Europa era in una situazione economica disastrosa, gran parte delle infrastrutture era andata distrutta e le tensioni politiche tra est ed ovest avrebbero cambiato per oltre 40 anni la struttura politica del continente. L’America Latina rappresentava un nuovo inizio per coloro che, tra bombardamenti e crisi alimentari, avevano perso tutto o quasi, i flussi migratori si concentrarono su Argentina e Brasile in prevalenza ma, vista la vastità del continente sudamericano, anche il Venezuela diventava una nuova “terra della speranza”.

Un cittadino tedesco, abbandonata la madrepatria, decise di seguire questi flussi e di trasferirsi a Caracas, capitale del Venezuela, per cominciare una nuova attività in un paese che non aveva sofferto direttamente per gli effetti del conflitto mondiale appena concluso. L’impegno di questo commerciante era principalmente quello di vendere strumenti musicali della Hofner, storico marchio tedesco della città di Luby, oggi nella repubblica Ceca, che da decenni produceva chitarre nella sua “piccola” Cremona, ovvero l’azienda che con il suo nome voleva raccogliere l’eredità musicale della città del Torrazzo. A Caracas verso la fine degli anni ’40 al numero 77 della strada Salvador de Leon a Socarras si poteva trovare l’edificio Cremona dove, direttamente sulla strada, era presente la Casa Cremona S.U., società che vendeva, riparava e distribuiva una gran varietà di strumenti musicali. La scelta di chiamare Cremona l’intero edificio con annesso negozio non era casuale, in varie parti del mondo il termine Cremona era sinonimo di musica e strumenti musicali e Caracas non era immune da una visione che, da decenni, accompagnava gli appassionati di musica in ogni angolo del globo.

La Cremona S.U. aveva trovato nel nome il concetto basilare di marketing, concetto trasferito in un mercato relativamente ancora da scoprire, quello del Venezuela che, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino agli anni ’80, sarà un paese con un fiorente sviluppo economico, ben diverso dalle tensioni socio politiche che ne segneranno la fine del XX e l’inizio del XIX. La particolarità del servizio della Casa Cremona di Caracas era quella di garantire ai suoi clienti la provenienza dei propri strumenti, ovvero quelli venduti in quel negozio con il civico numero 77, ma anche il proprietario, ovvero personalizzando al meglio la vendita di uno strumento musicale e, come servizio accessorio, garantire una eventuale riparazione in tempi rapidissimi. Quel piccolo angolo di Cremona nella capitale venezuelana vivrà fino all’inizio degli ’70, i cambiamenti politici ed economici decreteranno la fine di un business e la sparizione di quel piccolo edificio che voleva raccontare la storia musicale della Cremona italiana, storia troppo spesso dimenticata all’ombra del Torrazzo.

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