Cronaca

Violino 'tarocco' venduto come 'made in Cremona': falsi cartiglio e stemma Comune

foto di repertorio

Torna il tema della certificazione degli strumenti musicali prodotti nelle botteghe liutarie di Cremona: la questione del marchio, che si sta dibattendo da anni, non è ancora giunta a conclusione e un accordo che soddisfi i liutai non è mai stato trovato. Un esempio – probabilmente uno dei tanti – delle conseguenze di questa mancanza viene dal Tribunale di Madrid, dove si sta celebrando in questi giorni il processo per una vendita di un violino non artigianale con un certificato di produzione cremonese falso. Sia il certificato del violino sia il cartiglio interno recano lo stemma del Comune di Cremona, verosimilmente apposto da chi ha creato il certificato e il cartiglio per rendere più credibile la provenienza dello strumento agli occhi dell’acquirente. È stato chiamato dai giudici madrileni per compiere una perizia specifica il professor Fabio Perrone, perito iscritto al Tribunale di Cremona e specializzato in strumenti musicali.

Il certificato risulta addirittura intestato ad un liutaio cremonese che in realtà non esiste. Il violino è stato pagato oltre 10 volte il suo valore reale: a trarre in inganno l’acquirente è stato il certificato e lo stemma del Comune posto sul cartiglio interno dello strumento e sul certificato, ovviamente senza alcuna autorizzazione da parte del comune stesso.

 «Il falso in liuteria è sempre esistito e ritengo che, come fenomeno umano volto ad ottenere il massimo profitto col minimo sforzo, continuerà ad esistere – dichiara Perrone – ma negli anni si è evoluto: dopo la scomparsa di Antonio Stradivari, ad esempio, i suoi figli Francesco ed Omobono per rendere vendibili come originali del padre Antonio strumenti che non lo erano, hanno apposto veri cartigli “Antonius Stradivarius Cremonensis Faciebat Anno….” con retrodatazione produttiva che appariva precedente al 1737; in epoca moderna si è passati dalla contraffazione di etichette di liutai attivi (molti cremonesi) o non più attivi, alla creazione di certificati e cartigli falsi intestati a liutai inesistenti».

Spesso a cadere nel tranello con avventati acquisti sono i musicisti poco informati o gli amatori in cerca “dell’affare”. Nel 2014 fu organizzata a Cremona una Giornata di Studio intitolata “Il falso di liuteria nell’era digitale e nel commercio elettronico” proprio per sensibilizzare i liutai e i musicisti sui temi della prevenzione al fenomeno della contraffazione e degli incauti acquisti che, con l’avvento dell’e-commerce, hanno assunto dimensioni planetarie. «Molto è stato fatto per difendere la qualità e la tracciabilità della liuteria cremonese ma credo che ci sia ancora molto da fare – chiosa l’esperto  – soprattutto in termini informativi verso l’utenza finale: qualunque sia il prezzo, si compra bene solo ciò che è autentico».

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