Cultura

'Onde, volti, vulcani', le foto di Vittorio Dotti in mostra alla libreria del Convegno

Sarà inaugurata mercoledì 30 ottobre alle ore 18 presso la libreria del Convegno in corso Campi a Cremona, la mostra fotografica di Vittorio Dotti  “Onde, Volti, Vulcani”, una serie di immagini – per lo più in bianco e nero, ma non manca qualche gradita intrusione di tavole policrome – che raffigurano volti, presi in intensi primi piani, degli ultimi pescatori di Stromboli (gli stessi resi celebri dall’obiettivo di Sebastiao Salgado); i visi di vecchierelle circonfusi d’una commovente tristezza meditativa; poi, oltre ai ritratti, paesaggi catturati all’infrarosso di spaziature marine, crepitanti d’atrezza bituminosa; ondulazioni pseudometafisiche di nembi imporporati di tenebra; schizzi e bave di luce a simboleggiare, graficamente, l’ardente spiritualità dei vulcani.
«La Sicilia tutta – spiega l’autore –  e le isole Eolie in particolare, mi hanno sempre affascinato; vedo in questa terra la simbolizzazione tangibile di quello che il filosofo Elémire Zolla definisce “l’urlo primordiale, il Verbo creatore, il vagito del Cosmo”: un’energia di ascendenza misterica che ci porta a un insight polisensoriale in nuce alla Realtà, e quasi ci permette di ascoltare la ‘luce degli orecchi’ – come dicevano, con una brillante sinestesia, i filosofi cinesi – e di ‘vedere i suoni delle sfere celesti’ – come diceva di riuscire Pitagora. “La realtà in ultima analisi è ondulatoria – cito ancora Zolla, ma è concetto ammesso anche dalla fisica quantistica; cfr. soprattutto E. Schrödinger e F. Capra –, ogni cosa si definisce dalla sua vibrazione specifica, cioè dal suo ritmo animatore; l’essenza delle cose è la loro musica; tutto nasce, ha origine dal suono, è in ultima analisi timbro e ritmo”. Grande Zolla!, che ancora intuisce la valenza taumaturgica di questo insight: “Si guarisce dallo squilibrio, di qualsiasi genere, riacclimatandosi a tutti gli archetipi di cui la vita è intessuta, perciò alle singole figure della danza, ai singoli timbri-ritmi. (…) Tutto, scultura architettura musica, tende a un solo fine: che l’uomo armonizzi con il Cosmo. (…) A che vi serve una filosofia se non la potete scolpire, cantare, danzare?”. E ciò vale, secondo me, anche per la fotografia».
Belle parole, quelle che Dotti mutua da Zolla; tuttavia non sembra che in “Onde, Volti, Vulcani” l’artista sia pienamente riuscito a scolpire nella sfera percettiva dell’osservatore l’enjambement che dalla visione sfocia nell’audizione. La “musica del Cosmo”, cui Dotti fa mostra d’aspirare, resta per ora al di là delle sue acquisizioni; per coltivare le quali gli consigliamo di leggere il dialogo “Eupalinos o l’Architetto” del poeta-filosofo Paul Valery, nonché di meditare sull’intrigante testo di etnomusicologia simbolica “Pietre che cantano”, di Marius Schneider.
Riconosciamo però a Dotti la nobiltà del suo intendimento, oltre a elogiarlo per il buon livello di stampa delle sue immagini realizzate con tecnologia strenuamente analogica. All’inaugurazione di domani sarà presente al Convegno un Artista del calibro di Roberto Salbitani,  fondatore della Scuola di Fotografia nella Natura, amico maestro e mentore infaticabile dell’Autore di “Onde, Volti, Vulcani”.

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