Cronaca

Manzi replica alla Lega: 'Nessuna tassa sullo zerbino, è un'imposta sulla pubblicità'

“Nessuna tassa sullo zerbino, bensì un’imposta sulla pubblicità, regolata dalla legge 507 del 1993”: a dirlo è l’assessore al Bilancio Maurizio Manzi, che dopo le polemiche dei giorni scorsi fa chiarezza sulla vicenda di quella che è stata chiamata ‘tassa sullo zerbino’.

“La legge definisce ciò che l’imposta va a colpire” sottolinea ancora Manzi. Nella fattispecie, “per pubblicizzare il brand di un negozio si possono utilizzare vari mezzi, tra cui lo zerbino, se c’è scritto sopra il nome del negozio, come quello che abbiamo trovato recentemente, che ha uno zerbino di 2 metri”. Dunque un mezzo di pubblicità come un altro, equiparato a un’insegna, un cartello o una vetrofania. Un’imposta che non tutti devono pagare: dipende infatti dalla superficie occupata dalle pubblicità.

“La legge dice che non sei soggetto a imposta se lo spazio occupato dalla pubblicità è inferiore ai 5 metri quadrati” continua Manzi. “I sei negozi che abbiamo tassato recentemente superano tutti questo spazio, anche senza calcolare lo zerbino. Dunque devono pagare l’imposta. Che tra l’altro per un metro di zerbino è pari a 38 euro l’anno. Certo non stiamo contribuendo ad affossare il commercio, come ci hanno accusato”. Inoltre vi sono altre 17 situazioni di utenti già note, di cui 5 hanno sempre pagato lo zerbino mentre gli altri 12 non pagano imposte di pubblicità perché non superano i 5 mq”.

Per rendere la situazione più chiara a tutti i commercianti, l’amministrazione comunale si sta attivando con le associazioni di categoria per organizzare degli incontri a tema, in modo da spiegare con esattezza cosa di deve pagare.

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