Nel Kentucky l'ufficio postale costruito da cremonesi migranti
di Marco Bragazzi
Se vi dovesse capitare di attraversare la zona sud est dello stato del Kentucky, tra le variopinte pianure macchiate da qualche piccolo borgo quasi disperso all’orizzonte, potreste trovarvi, al civico 4761 della interstatale 805, davanti all’ufficio postale di Cromona, tutt’ora perfettamente attivo e inserito negli uffici postali del complesso ed enorme sistema postale statunitense. Dal 1916 questo piccolo ufficio, prima smarrito nelle immense aree disabitate ma oggi inserito in un contesto con alcune unità abitative, serve i cittadini che abitano nella zona, quasi come un punto di riferimento irrinunciabile di tutta l’area.
La definizione Cromona non racconta nulla della storia di questo piccolo abitato inserito nella vasta contea di Letcher, storia che invece viene descritta dai documenti raccolti presso il dipartimento di sociologia e territorio della Kentucky University che raccontano l’evoluzione di questa area. Siamo alla fine del 1800, l’espansione socio economica degli Stati Uniti è enorme, lo sviluppo di aree sempre più remote e spesso climaticamente “poco comode” diventa necessario. Il primo lavoro da compiere è quello di togliere pietre e creare aree più vaste dedicate all’agricoltura facendo in modo che possano essere raggiunte anche da vie di comunicazione, per fare questo serviva molta manodopera, spesso recuperata dagli enormi flussi migratori di fine XIX secolo.
Il primo insediamento in questa remota area del Kentucky nacque nel 1890 e fu creato da cittadini cremonesi. Già, la Cremona, pardon oggi Cromona, del Kentucky non era un luogo dedicato alla storia della città italiana ma direttamente formato da cittadini emigrati che, impegnati come tagliapietre o muratori, avevano attivato un piccolo insediamento con case, chiese e qualche servizio. Dal 1890 al 1916 quel piccolo sito divenne Cremona, con l’aumento degli abitanti nel 1902 arriva una piccola casetta che si trasformerà nell’ufficio postale, chiamato “Ufficio Postale di Cremona” e che aveva come direttore tale Stephen P. Frazier. Molti degli edifici secolari della contea di Letcher sono stati costruiti da cittadini cremonesi e, ovviamente, per rendere più comprensibile ai loro parenti cremonesi su come compilare l’indirizzo postale per restare in contatto con gli Stati Uniti il nome Cremona, Kentucky “cadeva a pennello” anche per coloro che potevano essere parzialmente o totalmente analfabeti.
Nel 1916 Thomas S. Haymond, presidente delle miniere Elk Horn divenne il titolare di tutte le attività estrattive della zona, il passaggio da Cremona a Cromona non nacque per un particolare astio da parte del sig. Haymond verso la città del Torrazzo, ma molto più semplicemente per una affinità fonica del nome con lo slang della zona centrale degli Stati Uniti. Questa affinità venne registrata al momento del censimento regalando al Kentucky l’abitato di Cromona (oggi di circa 500 abitanti) e togliendo quello di Cremona ma, nei giornali locali fino almeno al 1960, le notizie arrivavano da Cremona, Kentucky, dato che l’usanza di utilizzare il nome “cremonese” rimase per decenni anche dopo il 1916.
Ben poche notizie si hanno invece dal Wyoming, più precisamente dalla contea di Big Horn, nella zona del nord-ovest degli Stati Uniti dove l’attuale abitato di Otto, circa 30 persone in tutto, a metà del XIX secolo si chiamava, invece, Cremona. Per fare chiarezza ci pensa Nicholas Kruger, responsabile del territorio della contea. «Queste zone erano, fino al primo censimento regionale del 1879, abitate da minatori e i vari lotti di terreno a loro destinati per vivere prendevano spesso il nome della città di origine dei lavoratori i quali costruivano piccoli abitati con i servizi primari. Era un metodo semplice e logico per mantenere il contatto con il paese d’origine. Il censimento regionale di oltre un secolo fa ha inserito come nome Otto in quanto l’intera area, composta da 6 lotti, era stata comprata da un imprenditore di nome Otto». I piccoli abitati di Cremona legati al lavoro dei concittadini sembrano spariti ma, almeno uno, a livello storico è rimasto ancora attivo oltreoceano.