Cronaca

Acque Dotte fa discutere, ma nessun indagato Le reazioni della politica

Non mancano le ripercussioni politiche dopo che il Festival Acque Dotte è finito nel mirino del Nucleo dell’Ispettorato del lavoro dei Carabinieri, probabilmente in seguito a una denuncia presentata da terze persone. Il quotidiano locale, in un articolo di questa mattina in cui dà notizia dell’indagine, parla di un irregolare sistema di assegnazione dell’organizzazione dell’evento, fatto con affidamento diretto anzichè con bando pubblico, ma anche il presunto mancato rispetto delle norme di sicurezza. Irregolarità ci sarebbero, secondo le ipotesi avanzate nel verbale, anche nell’impiego dei lavoratori. Allo stato attuale non ci sarebbero né indagati né denunciati ma soltanto un verbale dei carabinieri del Lavoro presentato in Procura.

Ricordiamo che da anni la manifestazione è gestita – per quanto riguarda i concerti in piazza Duomo – da agenzie esterne senza che vi siano bandi di gara in quanto il comune la dà in affidamento diretto sulla base delle richieste di spazi per concerti di alto livello proposti dalle stesse agenzie.

Insomma, un fronte ampio, per una tipologia di indagine che comunque non è nuova a Cremona: a suo tempo, infatti, anche il Festival di Mezza Estate era finito sotto la lente degli inquirenti, tanto che erano nate cause civili che si sono trascinate per anni. Stessa sorte toccò anche a manifestazioni all’interno degli spazi fieristici. Ora tocca ad AcqueDotte, prova che organizzare eventi a Cremona non è mai un’impresa facile al di fuori dei tradizionali circuiti.

Venendo alla politica, il fronte dell’attacco parte dalla Lega: è il consigliere comunale Alessandro Zagni a rompere gli indugi: “Stanno emergendo ipotesi di reato gravissime, come l’affidamento irregolare della gestione del Festival, in barba alle norme sugli appalti, lavoro irregolare e mancato rispetto alle norme di sicurezza” attacca. “Se le cose verranno confermate, lo scenario che si profila è molto grave. Soprattutto se pensiamo che la delega alla cultura, nella passata amministeazione, era in capo al sindaco Galimberti. Se quindi le ipotesi degli inquirenti verranno confermate in sede di giudizio, egli avrà una responsabilità diretta, che si dovrà assumere: di fronte a illeciti penali, non restano altro che le dimissioni”.

Perplessità anche da parte del consigliere comunale di Forza Italia Carlo Malvezzi: “Questa situazione appare oggettivamente grave” dice. “Siamo fiduciosi che la magistratura farà il proprio lavoro ma vogliamo saper e se ci sono responsabilità politiche. Per questo chiediamo che venga convocato al più presto un Ufficio di presidenza: questo è l’organo deputato a chiarire quanto accaduto. E chiediamo che l’amministrazione di faccia avere gli atti e che ci spieghi di chi sono le responsabilità. Inoltre vogliamo un’operazione di trasparenza a tutto campo, per verificare gli incarichi e gli affidamenti dati dall’amministrazione negli ultimi tre anni”.

Non si è fatta attendere la reazione da parte dell’amministrazione comunale, che fa sapere in una nota: “al momento non risultano assolutamente atti ufficiali pervenuti al Comune”. Questa mattina il Comune, nella persona del segretario Generale Gabriella Di Girolamo, ha provveduto a scrivere alla Procura della Repubblica chiedendo informazioni in merito all’esistenza di procedimenti riguardanti dipendenti del Comune di Cremona.

Nel contempo è stato comunicato che “gli uffici comunali sono a disposizione per fornire tutti gli elementi riguardanti la procedura amministrativa relativa all’evento svoltosi a Cremona lo scorso mese di luglio”.

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