Pendolari Mi-Cr-Mn, studio su luglio: 'Deludente, Trenord non si nasconda: ora un Tavolo serio'
“Le elevate temperature che hanno interessato la Lombardia nel periodo dal 24 al 28 Giugno 2019 hanno causato problemi al materiale rotabile, soprattuto a quello più vetusto. Così si è scusato l’A.D. di Trenord Piuri, cercando una scusa al ‘disastro’ di quei giorni. Noi non abbiamo mai accettato quelle ‘scuse’, anche perché eravamo convinti che non fossero quelli i motivi, visto oltretutto che sulla nostra linea, la Mantova – Cremona – Milano, sono in esercizio materiali di “ultima” generazione (i modelli Vivalto), che hanno una vita di circa 9 anni al massimo. Per questo ci siamo messi di buona lena e abbiamo registrato tutti i ritardi di tutti i treni diretti del mese di Luglio 2019, che alleghiamo, e il quadro, secondo noi, è alquanto sconcertante”. Così il Comitato In Orario, che rappresenta i pendolari della linea Mantova-Cremona-Milano, ha presentato lo studio sulla situazione dei treni della linea dello scorso mese. La modalità di rilevamento effettuata è stata manuale, andando a segnare il ritardo indicato dai sistemi informatici di Trenord (Viaggiatreno – MyLink – App Trenord) e prendendo il ritardo segnalato nella stazione di arrivo. Un precisazione, dato che, sottolineano, molto spesso è capitato, soprattutto per la tratta Cremona – Mantova, che i treni provenienti da Milano giungessero a Cremona con un ritardo superiore a quello rilevato a Mantova. In tutto sono stati rilevati 630 viaggi, con l’esclusione della giornata di domenica 14, oggetto di sciopero in cui sono state effettuate solo 4 corse delle 21 previste, non essendoci fasce garantite per la giornata festiva.
Le soppressioni, secondo InOrario, rappresentano il disagio maggiore, in quanto costringe i viaggiatori, spesso lasciati senza informazioni certe, in balia degli eventi e in attesa del treno seguente. Escluse le 17 soppressioni per sciopero (del 14 luglio appunto), si sono verificate, nell’arco del mese, 4 soppressioni totali e 3 soppressioni parziali, per un totale di 24 soppressioni. “Segnaliamo – evidenzia il comitato pendolari – che, in seguito ad un treno soppresso, al medesimo è stato assegnato, nella tabella di rilevazione, l’orario di arrivo del treno seguente in quanto, appunto, un viaggiatore è costretto ad affidarsi a quel viaggio per poter giungere a casa e pertanto il ritardo totale è dato dal ritardo del viaggio del treno preso, più quanto atteso per la soppressione del precedente. Ricordiamo, in caso ce ne fosse bisogno, che in determinate fasce orarie, un treno soppresso significa attendere due ore per la partenza del treno seguente”.
Per quanto riguarda la puntualità, invece, sono stati segnati in ritardo i treni giunti a destinazione con un ritardo uguale o superiore ai 10 minuti (per completezza, nella tabella sono indicate con un colore diverso anche i ritardi compresi tra i 5 e i 10 minuti). La percentuale di puntualità, riferita a tutta la giornata, è stata dell’80%, che scende al 79% considerando i soli treni più utilizzati dai pendolari (i treni 2646 – 2648 – 2650 – 2659 – 2661 – 2663). Se poi si osservano le sole corse effettuate nei giorni feriali, escludendo quindi i viaggi effettuati di sabato e domenica, la percentuale scende al 76% sia per l’intero arco giornaliero, che per quello della fascia pendolari.
Guardando i numeri, 77 ore e 41 minuti è il totale dei ritardi totali del mese di luglio, di cui 21 ore e 32 minuti per la fascia pendolare, con una media di 4 ore e 24 minuti al giorno, nelle giornate feriali. Dividendo quindi per 3 (essendo 6 le corse prese in considerazione e contando che il pendolare medio effettua una corsa di andata ed una di ritardo) sono quindi più di 6 ore e 30 minuti i ritardi accumulati da ogni singolo viaggiatore, nel corso del mese (tenendo in considerazione le 19 ore e 36 minuti di ritardo, accumulate nel mese dai treni pendolari, nei giorni feriali).
La cosa che, però, più preoccupa i viaggiatori della Mn-Cr-Mi è lo ‘svolgimento’ di questi ritardi. Se infatti si osserva la tabella, si può notare come sia prevalentemente il periodo compreso tra la metà del pomeriggio e la sera dove più si accumulano i ritardi. Quindi, dopo aver affrontato il viaggio per recarsi sul luogo di lavoro o studio (anche se nel mese di luglio il numero di studenti è decisamente minore rispetto ai mesi precedenti, ndr), aver affrontato la propria giornata di impegni, preparatosi per il ritorno, il viaggiatore si trova costretto a rimandare l’orario di arrivo, a causa di problemi vari, che vanno dal guasto al materiale rotabile, guasti alle infrastrutture, problemi di circolazione e così via, quantomeno per quanto viene comunicato via App dalla stessa Trenord. “Molto spesso – denuncia InOrario -, però, sono gli stessi viaggiatori ad accorgersi di come molte delle segnalazioni siano palesemente false (verrà detto che sono messaggi manuali e quindi passibili di errore….) ma allora a cosa servono? Perché segnalare problemi ‘temporanei’ agli impianti di circolazione quando un convoglio fermo appena dopo la partenza dalla stazione di Milano Rogoredo, in direzione Mantova, si vede superato a destra e a sinistra da altri convogli che vanno nella stessa direzione, oppure in quella opposta, senza nessun problema? E’ sempre e solo il binario occupato dai treni della ‘Mantova’ ad avere problemi?”
Guardando sempre i numeri, si può notare facilmente che la media dei treni giunti in orario nel corso della mattina, primo pomeriggio (dal 2646 al 2656), sia attorno all’85%, mentre crolla a poco più del 60% nella restante parte della giornata (dal 2657 al 2667). Se nel corso della mattinata, è il 2650 (uno dei treni più utilizzati durante la giornata) il treno ad avere la peggior media di ritardi, arrivando ad accumulare circa 7 minuti e 14 secondi di riardo medio, nel corso del pomeriggio le cose cambiano notevolmente, con molti treni che accumulano ritardi ben superiori ai 10 minuti, con il picco del 2662 che registra una media di più di 30 minuti di ritardo al giorno, considerando i giorni feriali, attestandosi appena sotto questo valore se si considerano anche i giorni festivi (31 minuti nei giorni feriali, 26 minuti e 44 secondi considerando i festivi).
“In conclusione, non possiamo (ma pensiamo che nessuno possa, a meno che si vogliano contestare i numeri qui presentati, ma allora ci piacerebbe vedere con quali fonti visto che gli stessi sono presi direttamente dai sistemi Trenord e non inventati) che descrivere in modo deludente questo mese, dove ancora si registrano le ‘soppressioni programmate’ per cercare di regolarizzare la circolazione, con la sola introduzione di due corse, passando quindi a 21 corse locali effettuate (Cremona – Codogno e Cremona – Mantova) delle 42 previste, contro le 19 effettuate dal 9 dicembre a fine giugno. Non vogliamo immaginare cosa sarebbe potuto succedere se tutte le corse fossero state effettuate… “, si lamentano i pendolari che aggiungono: “E’ questo il servizio per cui Regione Lombardia vuole contribuire a tenere in piedi il ‘sistema Trenord’? Non ci pare che la situazione sulle altre linee sia molto migliore, ma noi ci vogliamo fermare alla nostra, perché di questa abbiamo i numeri e su questo vogliamo confrontarci, per non essere poi smentiti per il solo ‘sentito dire’”.
Da InOrario, inoltre, filtra un certo pessimismo circa la risoluzione dei problemi della linea, oltre che una certa frustrazione per i tempi di intervento: “Si dirà che per avere i miglioramenti bisognerà attendere i nuovi convogli che arriveranno il prossimo anno (in Lombardia… non certo sulla Milano – Mantova, dove il materiale rotabile, in teoria, è il più efficiente), oppure attendere che sarà completato il raddoppio del binario (il primo tratto, la Mantova – Piadena, dovrebbe vedere la luce nel 2025), ma fino ad allora cosa faremo? Dovremo continuare a subire queste situazioni? Dovremo continuare a ‘regalare’ tre ore della nostra vita a Trenord, pur pagando il prezzo pieno del biglietto o dell’abbonamento? E’ nella cronaca di tutti i giorni che il servizio ferroviario, soprattutto nel bacino cremonese, sia molto in difficoltà e questo è ‘certificato’ anche dai sindacati (non solo dei ferrovieri, ma di tutte le realtà lavorative), degli industriali, dei commercianti che si sono schierati al nostro fianco, insieme all’Amministrazione Comunale di Cremona, nel voler instaurare un tavolo di confronto a Settembre per portare congiuntamente le nostre istanze sul tavolo di Regione Lombardia”.
“Vogliamo – concludono dal Comitato – che si smetta col nascondersi dietro paraventi di cartapesta e iniziare a ragionare in modo serio su cosa si possa fare per migliorare la situazione, iniziando dal pubblicare i numeri veri e non ‘truccati’ con pulizie varie, visto che, il viaggiatore subisce lo stesso disagio, indipendentemente dalla causa del ritardo, senza potersi rivolgere a chi ne fosse la reale causa (il pendolare come può rifarsi a RFI, visto che a quest’ultima viene addossata la maggior parte dei ritardi?). Ci aspettiamo un atto di responsabilità e una sorta di ‘ammissione di colpa’, certificando quanto noi abbiamo denunciato con questi numeri. Sarebbe il primo vero passo per iniziare a cercare di trovare una soluzione ai problemi, senza volerli nascondere sotto il tappeto, come si faceva una volta con la polvere. Prevedere calde temperature d’estate o parlare di ‘sfortunate’ coincidenze non è il metodo migliore”.