Cronaca

Lavori deposito treni, pendolari con dipendenti Trenord, via fronte sindacale

Non si esaurisce la polemica sulla vicenda del tragitto obbligatorio che il personale viaggiante Trenord deve percorrere per raggiungere i treni. Un tragitto di un km, contro gli 80 metri da percorrere in precedenza, che sta comportando ritardi in partenza da Cremona dai 20 ai 40 minuti per le linee per Brescia-Parma-Treviglio-Mantova- Pavia. Una situazione che, come ha spiegato Trenord, dipende dai lavori in corso da parte di Rfi. Ma sul quale è aperta anche una vertenza sindacale. 

Per ovviare il maggiore tempo di percorrenza, infatti, Trenord ha dato disposizione al personale di presentarsi in anticipo di 15 minuti sul normale orario di inizio turno, in funzione del maggiore tempo di percorrenza. Le Organizzazioni Sindacali, tuttavia, non hanno condiviso questa scelta e hanno dato indicazione ai lavoratori (con una lettera inviata il 9 luglio) di considerare nulle le modifiche all’orario di inizio del turno, fatto che ha contribuito a causare i ritardi della mattinata di oggi, 10 luglio.

Sulla vicenda interviene Attilia Cantarelli, portavoce del Comitato, che prende le difese dei lavoratori di Trenord, con una mail inviata al direttore di TreNord, Giorgio Spadi: “A mio parere, non sono i 15′ di anticipo sul turno che stanno creando questo fronte sindacale con il quale mi sento perfettamente allineata. Il personale viaggiante è l’unica ancora di salvezza per noi viaggiatori che siamo in balia dei disservizi. Noi viaggiatori non vogliamo essere merce di scambio tra l’Azienda e i lavoratori. Noi viaggiatori abbiamo bisogno che i treni ci siano, siano in orario e siano dignitosi”.

Intanto Rfi, fa sapere Spadi, ha attivato un nuovo percorso di attraversamento dei binari che riteniamo possa risolvere le criticità segnalate, ed evitare l’allungamento del percorso.

“Noi pendolari” conclude Cantarelli “abbiamo necessità elementari: presenza del servizio, sicurezza del servizio, puntualità del servizio, dignità dei mezzi. Io provengo da una famiglia di ferrovieri: mio papa’ manovale, mio zio materno capo-stazione e mio zio paterno capo treno. Con tutta la volontà non posso odiare le ferrovie che hanno dato da mangiare alla mia famiglia.
Meno male però che i miei cari non sono testimoni dello scempio che è avvenuto negli anni”.

lb

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