Cronaca

Morte Gloria, la madre sentita in caserma. Il padre conferma la versione del rapinatore

L'avvocato Elena Pisati davanti alla caserma dei carabinieri

E’ iniziato alle 13,30 nella caserma dei carabinieri Santa Lucia l’esame di Isabelle Audrey, 34 anni, la mamma di Gloria, la bimba di due anni barbaramente uccisa la mattina di sabato 22 giugno dal padre Jacob Kouao Danho, 37enne ivoriano. “La mia cliente è ancora sconvolta e addolorata”, ha commentato un’ora dopo il legale della donna, l’avvocato Elena Pisati. “Chiede tranquillità e chiede di capire cosa è successo. Oggi ha reso dichiarazioni davanti agli inquirenti ed ora aspettiamo l’esito delle indagini, fiduciosi che venga fuori la verità”. L’avvocato Pisati ha confermato il fatto che il padre della piccola non aveva alcuna restrizione su Gloria, aggiungendo che anzi, lui e la figlia si erano già incontrati, in un primo periodo alla presenza degli assistenti sociali, mentre le ultime tre, quattro volte avevano passato qualche ora da soli. Sabato 22 giugno, il 37enne avrebbe dovuto occuparsi della figlia tutto il giorno. Era andato a prenderla alla mattina alla comunità protetta dove Gloria viveva con la mamma e avrebbe dovuto riportarla alla sera. Invece, una volta arrivati nell’abitazione di via Massarotti dove lui viveva da solo dal primo di giugno, avrebbe accoltellato Gloria due volte, una al fegato e una ai polmoni, lasciandola morire dissanguata. A sua volta si sarebbe conficcato il coltello nel ventre procurandosi ferite guaribili in una decina di giorni. Solo verso le 18 aveva chiamato i soccorsi, escludendo ogni possibilità, per la bambina, di essere salvata. Nella notte tra sabato e domenica, dopo essere stato operato, aveva risposto per quattro ore alle domande del pm Vitina Pinto, scaricando tutte le responsabilità su un presunto rapinatore che avrebbe seguito lui e la figlia fino a casa. La stessa versione dei fatti, Jacob, ancora ricoverato in ospedale, l’ha data questa mattina al gip e al pm che l’hanno interrogato per tre ore e mezza. Tesi, quella del 37enne, che gli inquirenti stanno verificando attraverso le impronte trovate nell’abitazione di via Massarotti, quelle del coltello usato come arma del delitto e attraverso l’analisi delle telecamere sul percorso fatto dall’uomo per andare a prendere la figlia  per portarla a casa sua. Per ora non sarebbero stati trovati riscontri alle dichiarazioni dell’ivoriano, che è assistito dagli avvocati Alessia Vismarra e Santo Maugeri. I due legali non hanno escluso l’intenzione di chiedere una perizia psichiatrica. Un delitto orribile ed inspiegabile, anche perchè il presunto assassino, rimasto sì per un periodo senza vedere la figlia, aveva poi avuto la possibilità di stare con lei. Da indiscrezioni, sembra che la piccola fosse molto felice di passare qualche ora con lui e la stessa moglie non si sarebbe mai opposta agli incontri. Altra cosa erano i rapporti tra moglie e marito, diventati tesi soprattutto in seguito ad una violenta lite scoppiata nel febbraio di quest’anno nella quale lei era stata costretta a ricorrere a cure mediche e allontanata dall’abitazione della coppia di via Brescia per essere ospitata con la figlia nella casa protetta. A detta della donna, che aveva scoperto che il marito aveva un’altra famiglia in Costa d’Avorio alla quale inviava denaro, quell’uomo era diventato violento. L’omicidio della piccola Gloria è stato accuratamente meditato?, Si è trattato di una vendetta nei confronti della moglie?. Jacob, però, nega tutto. Intanto le indagini vanno avanti. Si attendono anche i risultati definitivi dell’autopsia sul corpo della bimba e sulle ferite riportate dal padre. Il medico legale dirà se i colpi sono stati o meno autoinflitti e se compatibili con l’arma del delitto.

Sara Pizzorni

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