Cronaca

Anziana deve testimoniare in aula, ma per la quarta volta c'è un rinvio e la mandano a casa

Avrebbe dovuto testimoniare al processo contro due presunti truffatori napoletani, ma l’udienza è stata rinviata e lei invitata a tornare. Cose che succedono, in tribunale, ma questo caso è particolare: è la quarta volta, infatti, che la testimone, nonchè presunta vittima, Mirella, cremonese di 82 anni, viene mandata a casa senza poter essere sentita. Il primo marzo del 2018, per uno dei due imputati, che è in carcere, non era stata disposta la traduzione dal carcere al tribunale, così come vuole la legge, per dare la possibilità al detenuto di essere presente e poter assistere al processo; a giugno, quando l’anziana si era presentata accompagnata dal marito, mancava il difensore, l’avvocato Esposito di Napoli, assente giustificato. A dicembre del 2018, data della successiva udienza, era in corso lo sciopero degli avvocati. Quindi, altro rinvio. Oggi mancava sempre l’avvocato Esposito, che ha inviato la giustifica per impegni professionali, e per di più non era stata ancora disposta la traduzione dell’imputato. A questo punto il giudice, che ha ereditato il procedimento dalla sua precedente collega, passata a funzioni di giudice per l’udienza preliminare, ha chiesto all’avvocato di Cremona Andrea Polara, legale di uno dei due imputati (il legale cremonese è stato sempre presente ad ogni udienza), la possibilità di poter acquisire la denuncia sporta all’epoca dei fatti dalla presunta vittima, ma l’avvocato Polara, che per legge ha tutti i diritti di sentire in aula la testimone, anche per poterla controinterrogare, ha rifiutato. Dunque Mirella, questa volta accompagnata dalla figlia, dovrà tornare il prossimo 23 settembre per la quinta volta. Inutili le rimostranze della figlia al giudice, che di fatto ha le mani legate. “Questo è il sistema”, ha commentato la figlia di Mirella. “Nel privato non funziona certo così”.

Due, oltre a Mirella, le anziane cremonesi che secondo l’accusa erano state truffate con la scusa del finto incidente da Fabio Manduca, 38 anni, e da Mario Della Magna, 43 anni, entrambi con precedenti penali. Una, Teresa, 88 anni, aveva testimoniato in aula nella prima udienza del 22 gennaio del 2018. Anche lei, a causa del cambio del giudice, ha rischiato di tornare, ma alla fine le parti hanno concordato di acquisire agli atti la sua testimonianza. Con Mirella non è stato possibile in quando non è mai stata sentita a processo. L’altra presunta vittima, molto più anziana, ha fatto pervenire un certificato di impedimento. Il modus operandi era uguale per tutte: Mirella, ad esempio, aveva ricevuto una telefonata di un finto carabiniere che le diceva che suo figlio aveva avuto un incidente e che avrebbe dovuto pagare 3,000 euro per evitare che andasse in carcere. La donna gli aveva detto che in suo possesso aveva solo 500 euro, denaro poi consegnato a uno dei due presunti truffatori che, dopo gli accordi telefonici tra il complice e l’anziana, si era presentato a casa della donna per riscuotere il denaro. Nelle foto, Mirella aveva riconosciuto Fabio Manduca come l’uomo al quale aveva aperto la porta della sua abitazione. I nomi dei due imputati erano emersi nel corso delle indagini e dalle analisi dei tabulati telefonici.

Sara Pizzorni

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