Diritto alla salute e cittadini stranieri: le precisazioni del gruppo Articolo 32
A seguito dei numerosi commenti all’articolo del 12 giugno (Cure per gli stranieri irregolari: Ats e ospedale rinnovano il protocollo con Articolo 32), abbiamo chiesto alcune precisazioni al gruppo Articolo 32 per evitare il diffondersi di timori infondati sulla possibile presenza di focolai di malattie infettive tra le persone (stranieri, anche appartenenti all’UE, privi di assistenza del servizio sanitario nazionale e in qualche caso anche cittadini italiani indigenti) che vengono visitate dai medici volontari come assistenza di base. Il gruppo, costituitosi nel 2010, risponde tra l’altro ad un preciso dettato costituzionale, quello espresso appunto nell’art. 32 della Carta che recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
“Articolo 32 – ci spiega la presidente Ilaria Cavalli, da noi contattata – è un’ organizzazione di volontariato senza scopo di lucro formata da medici, infermieri ed altre figure che prestano il loro servizio in seno all’organizzazione in modo completamente gratuito. Per le proprie spese di gestione l’associazione si finanzia esclusivamente tramite donazione di privati e proprie iniziative di raccolta fondi.
“GR32 offre un servizio di medicina di base gratuito, equiparabile a quello offerto dal ‘medico di famiglia’, alle persone di qualsiasi nazionalità che per varie ragioni sono escluse da tale servizio e che si trovano in stato di indigenza.
“Durante il nostro lavoro di volontariato non siamo mai venuti a contatto con focolai infettivi e non siamo addetti alla medicina preventiva (esempio vaccinazioni, profilassi).
“Il nostro lavoro, agevolato dall’accordo con ASST ed ATS (rinnovato a inizio anno per altri 3 anni) contribuisce a ridurre gli accessi impropri al pronto soccorso con tutte le problematiche associate (anche economiche) e soprattutto contribuisce ad evitare che ci siano sul nostro territorio persone prive di assistenza sanitaria”.