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Giunta Galimberti bis: martedì o mercoledì deleghe e nomi Le nuove ipotesi al vaglio

Dovrebbe essere martedì 18 giugno, mercoledì al massimo, il giorno in cui sarà svelata la squadra scelta dal sindaco Galimberti per governare Cremona nei prossimi 5 anni. Nell’ultima settimana c’è stato il primo giro di consultazioni  tra sindaco e le liste della coalizione: Pd, forte di oltre il 30%, e a seguire le civiche Fare Nuova la Città, 6,45%, Cremona Attiva, 4,5%, Cittadini per Passione 1,73%, Patto Civico 0,62%. Oltre alla lista di Sinistra per Cremona, 2.65%.  Nel 2014 la civica ‘Fare Nuova la Città’ (12%) ottenne lo stesso numero di assessori del Pd che si era attestato poco sotto il 30% (tre ciascuno) oltre al sindaco. Oggi la somma della quattro liste civiche totalizza una quota ancora maggiore, il 13,3%, ma le voci di corridoio dicono che il Pd punti ad avere più peso in giunta nei prossimi 5 anni, un lustro nel quale matureranno scelte importanti, a cominciare dal rapporto con Saba, per terminare, nel 2024, con il destino del termocombustore (su cui il Comune ha ormai pochissimi margini di autonomia rappresentando Aem solo il 15% della proprietà).

Tutti i nomi circolati in questi giorni sono solo ipotesi: il sindaco si è concentrato soprattutto sulla puntualizzazione delle competenze richieste per le deleghe dei vari assessorati, che sicuramente verranno spacchettate e riviste rispetto al quinquennio appena passato. Fremo restando questa premessa, il toto – assessori vede innanzitutto un numero che dagli attuali sette potrebbe salire a 8 o 9. In pole per la riconferma sono Andrea Virgilio e Maura Ruggeri; a seguire: Luca Burgazzi o Rodolfo Bona (per loro l’assessorato ‘naturale’ sarebbe alla Cultura, ammesso che il sindaco non voglia tenerla ancora per sé), Santo Canale (record di voti, 371) Simona Pasquali e Paolo Carletti. Ma circolano anche i nomi di due esponenti del Pd rimasti fuori dalla competizione elettorale: Francesca Pontiggia e Luigi Lipara, entrambi consiglieri uscenti, la prima nata ‘politicamente’ con la battaglia per l’acqua pubblica; il secondo autore di numerosi interventi in consiglio, soprattutto sui diritti civili.

Nella distribuzione degli incarichi tra gli esponenti del Pd ci sono altre due variabili: il ruolo di capogruppo (potrebbe andare a Roberto Poli) e quello di presidente del Consiglio (potrebbero essere Canale o Giovanni Gagliardi: da notare che è il consiglio comunale nella sua interezza ad eleggerlo).

Quasi scontata la riconferma di Rosita Viola; mentre per i civici riconquistano posizioni sia Barbara Manfredini, che Maurizio Manzi, quest’ultimo già dato in uscita; o in alternativa, un altro nome di Cremona Attiva, alla luce del considerevole numero di preferenze raggiunto dai medici Riccardo Merli (310) e Cinzia Marenzi (126). Ma in questi due casi ci sarebbe da valutare la disponibilità di tempo in base alle loro professioni.

g.biagi

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