Night e prostituzione sul Garda: condanna confermata per ex carabiniere di Torre
Confermata dalla Corte d’Appello di Brescia la condanna a a 4 anni e 9 mesi di reclusione inflitta in primo grado a Vituccio Macagnino, ex appuntato dei carabinieri presso la stazione di Torre dè Picenardi, coinvolto insieme ad altri imputati in un giro di sfruttamento della prostituzione che gravitava attorno a tre night club nella zona del Basso Garda. Pena ridotta a sei anni e otto mesi (rispetto agli otto di primo grado) per Giuseppe Papaleo, crotonese trapiantato sul lago d’Iseo, condannato per estorsione. Per l’accusa, nella gestione dei night avrebbe agito con metodo mafioso, minacciando i due proprietari di due locali notturni: se non avesse incassato il denaro, non avrebbe consentito di aprire i locali. L’impianto accusatorio ha retto anche per gli altri 11 imputati, nonostante alcuni reati siano risultati prescritti. Le accuse, a vario titolo, erano quelle legate a reati collegati alla prostituzione, all’estorsione, allo spaccio di stupefacenti e ai rifiuti. Macagnino, in particolare, doveva rispondere di rivelazioni di segreto d’ufficio, accesso abusivo ai servizi informatici e induzione indebita. Nel luglio del 2014 era stato arrestato mentre era in vacanza in Puglia. Le indagini erano state condotte dai carabinieri della compagnia di Chiari. Nel giro di sfruttamento della prostituzione tutti avevano il proprio ruolo: c’era, ad esempio, chi avvertiva dell’arrivo delle forze dell’ordine abbassando di colpo la musica, c’era invece chi reperiva le ragazze e chi gestiva i box dove le giovani, soprattutto immigrate dell’Est, si prostituivano. E c’era chi contrattava le prestazioni, che erano di 50 euro ogni 15 minuti, e chi raccoglieva il denaro. L’inchiesta aveva portato alla chiusura del Lap 69 a Mazzano, del Burlesque a Rovato e del Red Beer a Rivarolo Mantovano.
Sara Pizzorni