Cronaca

Aem, affondo di Ceraso e Zamboni: 'Non risanata, ma venduta in modo illegittimo'

“Infinite volte abbiamo sentito dire che il fiore all’occhiello dell’Amministrazione uscente è il risanamento di Aem. Ma è proprio l’utilizzo della parola risanamento che dimostra l’incompetenza del Sindaco in materia: Aem non è stata risanata bensì venduta”. E’ questo l’attacco sferrato all’attuale Amministrazione da parte di Maria Vittoria Ceraso e Federico Zamboni della lista Viva Cremona a supporto del candidato sindaco Carlo Malvezzi.

Anche la vendita, contestano sempre Ceraso e Zamboni, non è stata “fatta in maniera corretta e legittima: l’ANAC ha affermato che ‘l’acquisto del 51% del capitale sociale di LGH da parte di A2A in forma diretta, cioè senza gara, costituisce una violazione delle disposizioni di legge sulle società mist’e”. L’ANAC dice “in maniera inequivocabile che i soci di LGH avrebbero dovuto svolgere una gara esplorativa e, visto l’elevato importo della compravendita (pari a oltre 113 milioni di euro) pubblicare il bando sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE”. Il presidente dell’Autorità, riportano i due candidati di Viva Cremona, ha anche aggiunto che “si poteva avere una maggior valorizzazione delle azioni facendo una gara pubblica”. Ecco perché riteniamo che il termine giusto per la vicenda Aem non sia vendita bensì svendita”.

Rispetto poi all’indebitamento di Aem e al continuo richiamo alle responsabilità del passato fatte dal Sindaco uscente, Ceraso e Zamboni affondano: “Ci permettiamo di evidenziare che anche il PD – principale partito che fa parte della sua coalizione – ne è coinvolto a pieno titolo: alcuni componenti della sua Giunta e dell’attuale Consiglio di Amministrazione di Aem sono stati protagonisti delle scelte che hanno generato l’80% del debito di Aem (il Vice Sindaco Maura Ruggeri, in consiglio dal 1995, Assessore dal 1999 al 2009; l’Assessore Virgilio; l’Assessore Alessia Manfredini, Fiorella Lazzari oggi componente del CdA di Aem). L’indebitamento di Aem negli anni passati ha permesso di finanziare la costruzione dei nuovi pozzi e degli impianti per il trattamento dell’acqua potabile (2003), la posa della fibra ottica (2000), l’acquisizione delle reti idriche (2007) e, anche nell’era Perri, l’acquisizione delle aree dell’ex macello e del mercato ortofrutticolo senza le quali non ci sarebbe il Polo Tecnologico”.

“La verità – proseguono – è che oggi il Sindaco restituisce alla città un’Aem con un debito, ma anche un patrimonio fortemente ridotto, tutt’altra cosa rispetto a quella società patrimoniale che per anni ha contribuito allo sviluppo dei servizi pubblici della nostra città”. Da Viva Cremona infatti sottolineano ancora: “Ci sono altre operazioni realizzate dalla Giunta in scadenza tutt’altro che virtuose: la costituzione, con ingenti costi – in virtù di una norma mai entrata in vigore – di Servizi per Cremona la cui vita al di fuori di Aem è durata meno di un anno; l’affidamento della rete di illuminazione pubblica ai francesi Citelum, con un’inutile consulenza da 50 mila euro data ad un noto studio professionale cremonese, per stilare un bando per una gara pubblica mai indetta; l’affidamento della gestione della piscina comunale a Sport Management che a meno di un anno sta già per essere revocata”.

“In un recente dibattito pubblico – concludono Ceraso e Zamboni –  alla domanda: ‘Decrivetemi con un aggettivo la città del futuro’, Galimberti ha risposto ‘nostra’. Ci chiediamo dopo 5 anni di mandato cosa sia rimasto davvero di ‘nostro’: non il patrimonio di AEM, non la gestione dell’illuminazione pubblica, non la piscina. Di nostro ci sono rimasti debiti e contenziosi”.

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