Inceneritore, nessuno
parla di spegnerlo
nonostante la condanna europea
C’è una bellissima notizia nell’aria. Due giorni fa la Corte di Giustizia Europea ha definitivamente condannato l’Italia per il contenuto dell’art.35 del famigerato ‘Sblocca Italia’ (e la successiva normativa collegata), perché consentiva di saltare allegramente la Valutazione Ambientale Strategica per la costruzione di nuovi inceneritori. Tutta quella norma, più in generale, rappresentava in buona sostanza la pietra tombale posta dal governo Renzi sulla strada che avrebbe potuto portare l’Italia verso una gestione dei rifiuti finalmente rispettosa dell’ambiente; anche Cremona ne era toccata, in quanto lo ‘Sblocca Italia’ prevedeva il funzionamento a pieno regime di tutti gli inceneritori già esistenti, alimentandoli con rifiuti provenienti da fuori territorio.
Tra pochi giorni tutti andremo a votare per decidere chi governerà Cremona (e molti altri comuni) nei prossimi 5 anni. Noi crediamo che la questione inceneritore, anche alla luce di questa nuova e bella notizia che viene dal Lussemburgo, sia un’ottima cartina al tornasole per capire come sarà la Cremona del prossimo futuro. Se andiamo a leggere i programmi presentati dai partiti e dalle coalizioni in lizza, ci imbattiamo anzitutto nella supercazzola con cui il sindaco Galimberti cerca (vanamente) di dissimulare il fatto che l’inceneritore se ne starà lì tranquillo fino almeno al 2024, in piena continuità appunto con la filosofia politica che ha ispirato il decreto ‘Sblocca Italia’. Ancora più squallido appare questo punto del programma del centrosinistra cremonese se ricordiamo che – cinque anni fa – lo spegnimento dell’inceneritore era stato proprio una delle proposte positive con cui Galimberti aveva convinto tante persone ad appoggiarlo. E ancora più insopportabile quindi appare oggi quella supercazzola, sapendo come sappiamo tutti che la svendita di LGH ad A2A è stata la mossa ipocrita con cui ci si è disfatti della patata bollente, ben felici di togliere in quel modo al Comune la capacità di intervenire direttamente sullo spegnimento dell’inceneritore.
Sul fronte (più o meno) opposto troviamo un centrodestra che nel programma neppure adombra l’ipotesi di spegnere l’inceneritore; anzi sostiene che bisogna tenerlo in funzione perché serve al teleriscaldamento (ribaltando persino le logiche di funzionamento dell’impianto). D’altra parte c’è piena continuità di valori, di politica e di prospettive con quanto proposto dal nume tutelare Salvini, che vorrebbe inondare l’italia di inceneritori, perché “producono utili e ricchezza” (e pazienza per la salute dei cittadini). Neppure il M5S scrive la parola ‘spegnimento’ nel programma cremonese, limitandosi ad assicurare di pretendere e praticare, se eletti, il pieno rispetto della normativa vigente e una maggiore trasparenza negli atti. Noi siamo pienamente d’accordo su entrambi i punti, ma vogliamo dire che è una proposta estremamente debole e perdente in partenza?
Riteniamo che ci voglia ben altro. Il Comune, purtroppo, non può decidere autonomamente lo spegnimento dell’inceneritore: ma è nelle sue prerogative il poter fare letteralmente di tutto per ostacolarne (legalmente) il funzionamento; può e deve mettersi alla testa di tutti gli altri sindaci del territorio (di qualunque colore politico ma che pensino alla salute delle persone) creando un fronte compatto che renda insostenibile il mantenimento in vita dell’impianto; deve agire per informare pienamente la cittadinanza sugli effetti delle emissioni (di quello in questione come di altri impianti potenzialmente inquinanti presenti nel territorio); deve appoggiare ufficialmente le azioni dei vari comitati di cittadini che da anni (alcuni da decenni!), si battono vanamente contro l’inceneritore; deve creare isole di eco-scambio (Agenda 21) e promuovere una vera economia del Riuso, Recupero, Risparmio; deve agire concretamente per cambiare (anche a Cremona) il modello di produzione dei beni riducendo alla radice i rifiuti; deve insomma chiudere il rubinetto di alimentazione dell’inceneritore e aprire quello della salute dei cittadini. Il resto è fuffa.
Giampiero Carotti