Cultura

Percy Heath, il gentleman del jazz, suonava un contrabbasso cremonese

Marco Bragazzi, durante la sua opera di ricerca, racconta di come ‘Il gentleman del jazz’, Percy Heath, suonasse un contrabbasso cremonese del 1699. Il ricercatore cremonese racconta di come Heath entrò in possesso del Rogeri e di come lo strumento lo abbia accompagnato per tutta la carriera.

di Marco Bragazzi

“Ero a Berlino in tournée 1956 con Miles Davis, Lester Young, Milton Jackson ed altri quando, insieme al batterista Christian Garros, entrammo da un antiquario per delle bacchette che Garros aveva visto dalla vetrina. Io ero alla ricerca di un nuovo contrabbasso e lo trovai in quel negozio. Lo consegnai a Frederick Bohm che era impegnato con la Filarmonica di Berlino per alcune piccole riparazioni da fare con un liutaio locale e mi ritrovai con i documenti e un contrabbasso di scuola cremonese del 1699, uno strumento che aveva 250 anni ma un suono incredibile. Bohm mi spiegò l’importanza di quello strumento che aveva una sonorità e una voce unica. Era un Rogeri, costruito a Cremona da questo liutaio che non va confuso con Ruggeri, altro maestro sempre della scuola cremonese. Da quel momento decisi che quello sarebbe stato il mio contrabbasso per il resto della mia carriera. I documenti rimasero in Italia (verosimilmente su un taxi a Milano n.da.) durante la stessa tournée, eravamo di fretta, li stavo leggendo e li dimenticai da qualche parte, ma decisi che più nulla mi avrebbe separato da quello strumento”.

Percy Heath era un contrabbassista soprannominato ‘il gentleman del jazz’ per il suo carisma e il suo fare delicato con le persone e con la musica. Heath rappresenta, per gli amanti del genere, la colonna portante dello strumento insieme a Charlie Mingus e, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino al XXI secolo, ha attraversato e a volte cambiato la storia della musica jazz. Dal novembre 1956 ha sempre suonato quel contrabbasso scovato in un negozio berlinese, quel contrabbasso del quale, pochi mesi di morire nel 2005, lo stesso Heath racconterà per la prima volta la storia e la provenienza, quello strumento che ha dotato un jazzista di enorme talento anche di una incredibile voce.

Heath faceva parte di quei musicisti che, nel dopoguerra, rivoluzionarono il mondo del jazz e della musica trasformando i suoni e il modo di suonare, trasformarono il modo di vivere la musica. A differenza di molti suoi colleghi restò sempre lontano dagli eccessi a volte devastanti di altri jazzisti come Miles Davis, Charlie Parker o John Coltrane, per lui la sua vita era la sua famiglia, la sua musica e la sua piccola barca da pesca. Un uomo tranquillo, insomma, ma che portava con se la storia della musica ‘da ballo’ e da ascolto della seconda metà del ‘900. La musica in famiglia la imparò fin da piccolo per poi “suonarla veramente” alla fine della guerra, i suoi fratelli Albert e Jimmy sono, rispettivamente, un ottimo batterista e un sassofonista i quali, insieme a Percy, crearono anche un complesso, gli Heath Brothers.

Prima di “tornare a casa” con i suoi fratelli fu la colonna portare, per quasi 20 anni, del Modern Jazz Quartet con Milt Jackson dove il ritmo, oltre alla batteria di Kenny Brown, veniva dato anche da quel Rogeri cremonese del 1699, contrabbasso che prendeva vita nelle mani di Percy. Tra le quattro corde di quel Rogeri vi è raccontata la storia del jazz moderno suonato da un protagonista di quel tempo, innovativo e creativo dal punto di vista musicale, in grado di ricordare la inimitabile scuola della liuteria cremonese.

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