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Acceso dibattito tra candidati sindaci a 'La Piazza': le priorità di destra, sinistra e moderati

foto Sessa

Confronto molto animato, ieri sera su Cremona1 alla trasmissione La Piazza dove si sono confrontati i candidati sindaci Ferruccio Giovetti (#Giovetti, la cura per Cremona); Francesca Berardi (Cremona cambia musica); Alberto Madoglio (Alternativa Comunista); Diego Ratti (Casa Pound). Non si poteva partire che dal tema della sopravvivenza dell’ideologia nella società contemporanea: “Le ideologie sono tramontate (ha detto Berardi, a capo di una lista civica e senza simboli di partito, ma segretaria di federazione di Rifondazione Comunista) ma occorre recuperare i valori che ne erano alla base, in un’ottica però più ampia di ricostruzione dei rapporti sociali”. “Le ideologie oggi hanno una valenza relativa – ha detto Ratti –  pensando al ruolo di sindaco, io credo che debba badare più che altro alla buona amministrazione, dedicandovisi a tempo pieno, e agire come farebbe un buon amministratore di condominio”. Madoglio ha declinato più volte nel corso della serata il senso della presenza di Alternativa comunista in queste elezioni, ossia testimoniare la necessità di un cambiamento radicale del modo di intendere la società, mettendo in primo piano i diritti di chi materialmente lavora e produce e riproponendo il tema della lotta di classe. In tema di servizi pubblici, ad esempio, dai trasporti alle utenze energetiche alle scuole, andrebbe tutto riportato alla sola proprietà pubblica e “restituiti al servizio delle classi sfruttate e non strumenti a servizio del profitto”.

Le priorità dei rispettivi programmi: per Giovetti fare riacquisire a Cremona il suo dna che “in questi anni è andato perso; essere più attrattiva per i giovani, penso alla necessità di forme di ospitalità leggera e abbordabile per i turisti; senza il turismo Cremona difficilmente potrà rinascere e per questo servono anche collegamenti adeguati”. Per Madoglio, prioritario è “il lavoro, Cremona ha il più alto numero di incidenti in Lombardia, inaccettabile per salari di 1200 euro lordi al mese. Bisogna mettersi in un’ottica di rottura, cambiare il modo di produzione anche per migliorare le condizioni ambientali”. La sicurezza è al primo posto del programma di Casa Pound, “non credo però che serva aumentare le telecamere, piuttosto aumentare il numero di poliziotti per strada: meglio un apparato di polizia efficiente e mobilitato. La polizia locale non è addestrata per questo”. Per Berardi, “fondamentale è il tema dell’ambiente, che investe tantissimi aspetti, dalla mobilità all’economia”.

Scintille quando si è trattato di affrontare il tema dei centri sociali: per Madoglio hanno tutto il diritto di stare dove stanno e non danno fastidio a nessuno; per Berardi, un sindaco ha il dovere di dialogare con tutti e poi non ci si può lamentare se esistono gruppi di giovani autogestiti dal momento che “il Comune da anni ha abbandonato, prima con Perri e poi con Galimberti, i centri di aggregazione giovanile e l’educativa di strada con cui potevano essere monitorati certi fenomeni”; per Giovetti va salvaguardato in primo luogo il diritto alla quiete di chi vive nelle vicinanze, “fanno quello che vogliono, non li si può avvicinare, sono un problema da risolvere e il sindaco deve adottare ogni forma di moral suasion all’interno del comitato per l’ordine e la sicurezza”.  Per Ratti, “se esiste un ordine di sfratto, va eseguito”.

Alla domanda: “dove tagliereste nel bilancio comunale per investire sulle vostre priorità” sono arrivate risposte differenziate. Ratti ammette di dover prima guardare le carte per poter rispondere e comunque non vanno penalizzati i servizi sociali; Giovetti taglierebbe sulla cultura in quanto l’aumento della spesa in questi ultimi anni non avrebbe avuto un corrispettivo in termini di resa da parte dei cremonesi; Madoglio ha attaccato un sistema in cui “si spendono soldi per la sicurezza solo nell’ottica della repressione e del controllo sociale” indicando la via nel recupero di risorse ad esempio tagliando le agevolazioni fiscali ad alcune categorie produttive. Per Berardi infine una tassa di scopo potrebbe essere finalizzata ad esempio ad alleviare l’emergenza abitativa e “tutto quello che può essere recuperato deve essere messo nei capitoli dei servizi sociali”. g.b.

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