Delitto Bailo, per il Pm fu omicidio premeditato
Quello di Manuela Bailo fu un delitto premeditato. A dirlo è il sostituto procuratore di Brescia Francesco Carlo Milanesi, che ha chiuso le indagini relative alla morte della 35enne di Nave, ritrovata cadavere nelle campagne cremonesi, in zona Azzanello. Sotto accusa l’amante della donna, l’ex sindacalista Fabrizio Pasini, che aveva trasportato il corpo per poi seppellirlo così lontano da casa, sperando non venisse più ritrovato. La sua versione è sempre stata quella di una caduta dalle scale da parte di Manuela, dopo una lite, che le sarebbe stata fatale. Di tutt’altro avviso il pm, che ora è pronto a chiedere il processo per Pasini, che dal 20 agosto è in carcere, e che dovrà rispondere dell’accusa di omicidio aggravato dalla premeditazione e di occultamento di cadavere.
Secondo quanto scrive il pm, il 48enne di Ospitaletto quel 29 luglio avrebbe “predisposto per l’esecuzione dell’omicidio i locali dell’abitazione di famiglia, collocandovi stracci e altri strumenti destinati alla cancellazione delle tracce di sangue”. Sarebbe stato un piano, quindi, curato nei minimi dettagli, sempre secondo il pm. Tanto che l’uomo avrebbe attirato la ragazza nella sua casa di famiglia “con il pretesto di trascorrere insieme il fine settimana”.
Secondo la ricostruzione effettuata dagli inquirenti, la donna quel fine settimana si è preparata a metà pomeriggio di sabato, dicendo a tutti che sarebbe andata al lago. Invece si è recata da Pasini, che dopo un aperitivo insieme l’ha portata nella casa della madre di lui, che in quei giorni si trovava in villeggiatura. Secondo gli inquirenti l’omicidio si colloca tra le 4 e le 6. Secondo il Pm, l’uomo avrebbe colpito la donna “violentemente alla testa per provocarne lo stato di incoscienza”. Successivamente, l’avrebbe ferita “al collo con un’arma bianca provocando la sezione completa dell’arteria carotide comune destra così determinando il decesso a seguito di shock emorragico massivo e repentino”.
Inizialmente Pasini avrebbe nascosto il cadavere in taverna, per poi ricoprirlo di stracci e avvolgerlo nei sacchi della spazzatura, per poi portarlo nella vasca liquami di Azzanello, dove poi il corpo della donna è stato rinvenuto, su indicazioni dello stesso Pasini.
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