Duce, raduno proibito, ma i nostalgici si presentano. Messa in latino, saluti romani e inni
C’era il veto del sindaco Gianluca Galimberti: nessuna commemorazione per Benito Mussolini e per il gerarca fascista Roberto Farinacci, ma i rappresentanti del comitato onoranze cremonesi della Repubblica sociale italiana, puntuali come ogni anno, si sono presentati questa mattina alle 11 davanti ai cancelli del cimitero per la cerimonia di commemorazione. “E’ un abuso di potere del sindaco”, aveva già fatto sapere Gian Alberto d’Angelo, il portavoce del comitato. “Il sindaco può vietare commemorazioni private e pubbliche solo per motivi di ordine pubblico che qui non ci sono. Ci saremo con le nostre bandiere”. E così è stato. Una quarantina i presenti all’annuale raduno di commemorazione di Benito Mussolini, Roberto Farinacci e dei caduti della Repubblica di Salò. Arrivate anche delegazioni dalla Francia, con il partito nazionalista francese. Sotto l’occhio vigile delle forze dell’ordine, il corteo di nostalgici dell’epoca fascista si è snodato fino alla tomba dei caduti della Repubblica sociale italiana. Per il secondo anno nelle vesti di celebrante c’era don Floriano Abrahamowicz, prete austriaco residente a Treviso già noto per le sue frasi choc in analoghe occasioni che hanno messo in dubbio l’eccidio di sei milioni di ebrei. Don Floriano ha allestito un altare all’aperto e ha officiato messa interamente in latino.”Avete voluto, nel ricordo della Repubblica sociale italiana, un segno spirituale”, ha detto il celebrante. “Commemorare i caduti della Rsi è una grande consolazione, ed è legittimo pregare e onorare questi italiani. Preghiamo per le loro anime e anche per noi”. Al termine del rito, don Floriano ha impartito la benedizione ed è stato intonato il ‘Regina Caeli’. Poi il saluto a tutti i camerati accompagnato dall’inno ‘Battaglioni Mussolini’. Infine la deposizione della corona d’alloro. Il corteo, lasciata la tomba dei caduti, ha poi raggiunto la tomba di Roberto Farinacci. Sulle note di ‘Giovinezza’ si e conclusa la commemorazione.
Nel suo discorso di apertura, Gian Alberto D’Angelo ha espresso la sua “incondizionata solidarietà a quei camerati laziali che hanno esposto in prossimità di piazzale Loreto uno striscione ‘onore a Mussolini ‘ e gridato ‘presente’ tendendo il braccio nel saluto romano. Il portavoce del comitato onoranze cremonesi della Repubblica sociale italiana si è poi detto disgustato “per quegli pseudo camerati, fascisti, solo a tavola, o davanti a una tastiera che per nascondere la loro codardia bollano come pagliacciate l’esposizione dello striscione a Milano e bollano con lo stesso appellativo la commemorazione che stiamo per iniziare. Se un cristiano, entrando nella casa di nostro Signore si fa il segno della croce e nelle funzioni religiose intona gli inni di lode a Dio è forse un pagliaccio?. Non direi. Lo reputo un uomo di fede, pertanto perchè dovremmo essere bollati come tali noi che, fregandocene delle denunce e mostrando ogni anni la nostra faccia pulita, omaggiamo i nostri martiri come meritano di essere ricordati?”.
Sara Pizzorni
FOTO DI FRANCESCO SESSA