Politica

25 aprile, un giorno da ricordare sempre

Carissime e carissimi,
vi scrivo in occasione del 25 aprile per ricordare a tutti noi l’importanza di questo giorno soprattutto in periodi difficili e complessi come quello che stiamo attraversando. Più passa il tempo e più perdiamo il contatto diretto con chi ha vissuto, in prima persona, da protagonista e da testimone, le stagioni della dittatura fascista e della lotta di liberazione.

L’incedere del tempo non deve farci allontanare dai valori che il 25 aprile e la lotta partigiana rappresentano per noi e per tutto il paese: la pietra angolare dei valori di Libertà, Giustizia e Democrazia su cui è stato costruito questo nostro paese dal dopo guerra sino ad oggi. Valori che hanno portato sviluppo, progresso e ad una crescita diffusa e inclusiva.
Nonostante l’importanza e la grandezza di questi valori, c’è qualcuno che periodicamente li mette in discussione. Qualcuno che probabilmente sottovaluta la pericolosità e gli effetti di un linguaggio che dileggia e disprezza alcuni dei valori fondanti di questa nostra importante e bella democrazia e che vorrebbe far passare l’idea che il 25 aprile, rappresenti la perpetrata e continua riproposizione del conflitto ideologico tra fascismo e comunismo, banalizzando il valore e il sacrificio rappresentato dal giorno della liberazione. Non è così.

Il 25 aprile ricordiamo la vittoria della democrazia contro la dittatura: la vittoria di tanti italiani che hanno deciso di mettersi insieme, unire le forze e gli ideali, mettendo a repentaglio la propria vita, per sconfiggere un sistema antidemocratico e illiberale che avrebbe voluto omologare le coscienze ed eliminare la ricchezza ed il valore delle diversità e del rispetto delle stesse.

Oggi, siamo lontani dal contesto storico in cui si è sviluppato il conflitto che ha poi portato al 25 aprile 1945, ciò nonostante è fondamentale tenere presente quali siano i meccanismi con cui i fascismi e le formazioni politiche antidemocratiche cercano di riprendere spazio: disprezzo e dileggio delle minoranze siano esse religiose, etniche, politiche e di genere. Richiamo alla giustizia personale, fatta da singoli cittadini a discapito degli organismi di Stato preposti alle funzioni di polizia e giustizia, da sempre presidio e garanzia di imparzialità e quindi di democrazia. Mortificazione e impoverimento del confronto politico e della dialettica a favore di una propaganda basata esclusivamente sulla paura e sul disprezzo nei confronti di chi ci è diverso per i più svariati motivi, innescando un conflitto continuo tra chi pensa che i problemi di questo nostro contesto abbiano bisogno di un’azione conseguente ad una ciclica e approfondita analisi e chi invece pensa che basti chiudere i porti per eliminare il problema ed il dramma delle migrazioni epocali innescate dalla miseria, dalle guerre e dai cambiamenti climatici.

Come se bastasse girarsi dalla parte opposta rispetto a dove avvengono quei fenomeni epocali ai quali stiamo assistendo e che andranno a riverberare anche sulle vite di chi vorrebbe non esserne nemmeno lontanamente coinvolto. Il 25 aprile per l’Italia è proprio questo: la dimostrazione che le forze più belle e importanti di questo paese non hanno voluto girare lo sguardo nella direzione opposta rispetto a dove prendeva corpo uno dei passaggi più drammatici e allo stesso tempo importanti della Storia del ‘900.  Anche oggi non possiamo girarci nella direzione opposta a dove prende forma la Storia: festeggiando il 25 aprile ribadiamo con forza questo slancio ideale di democrazia, giustizia e libertà.

L’Italia, in primis per conformazione e contesto geografico, è da sempre luogo di incontro di uomini, di Culture e di Civiltà e ha fatto dell’accoglienza e dell’apertura un elemento di forza e di creazione di opportunità: siamo sempre stati terra di passaggio e quindi “di incrocio” di conoscenze, di contaminazione creativa. Abbiamo costruito la nostra fortuna sull’essere terra di intersezione e di scambio. La nostra economia è un’economia di trasformazione. Pensare che chiuderci all’Europa e al resto del mondo a noi più prossimo, il mediterraneo, possa darci maggiori opportunità di crescita, è semplicemente folle, scriteriato e pericoloso. Pericoloso per il nostro benessere, ancora fuori equilibrio ma che guarda da tempo alla sostenibilità economica e ambientale e alla piena dignità di tutte e di tutti ma che deve ancora finire di compiere un cammino di consapevolezza.

Aspirare ad una piena consapevolezza però deve farci ragionare su quanto ancora non siamo stati in grado di risolvere: uno dei paesi più avanzati e ricchi del mondo non può accettare di vivere in un contesto ricco ma fortemente intaccato dal punto di vista ambientale ma soprattutto non possiamo accettare che nel 2019, la vita di chi si reca al lavoro sia ancora esposta a forte rischio. Nel corso delle scorse settimane ci sono stati 4 morti sul lavoro nella nostra provincia: odobbiamo impegnarci perché non succeda più.

Questa è la “sicurezza” da perseguire e da mettere in pratica e questi sono i “nemici” che rappresentano un rischio per le nostre comunità. Non arrivano da fuori e non hanno un colore della pelle diverso dal nostro. Li abbiamo in casa e siamo noi stessi ad averli messi in condizioni di nuocerci: gli ambienti di vita e di lavoro devono essere sicuri e devono tornare ad essere luoghi dove prende forma la nostra dignità di donne e uomini liberi che vivono un paese libero, democratico, giusto e antifascista.

Chiudo questo messaggio esortandovi quindi a festeggiare il 25 aprile partecipando ai cortei di commemorazione nelle nostre piazze e parlando con le persone rispetto al rinnovato valore di questa festa e ricordandovi che a breve ci sarà un’importante occasione con cui ribadire il significato del 25 aprile: le prossime elezioni amministrative ed europee, rispetto alle quali chiedo a tutti un forte impegno perché le forze democratiche che aspirano agli ideali di libertà democrazia e ad un Europa più unita e quindi più forte possano avere il maggior sostegno possibile in modo da contrastare quelle forze che invece assecondano la paura delle diversità e che contribuiscono a diffondere insicurezza e precarietà.

Vittore Soldo – segretario provinciale Pd

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