Cultura

GIALLO STORICO La cameriera cremonese al servizio degli ufficiali delle SS (3^ parte)

Durante la sua attività di ricerca, Marco Bragazzi ha sollevato il caso di una ragazza cremonese, di Stagno Lombardo, che tutti in paese consideravano collaboratrice dei tedeschi. Ma la storia racconta un’altra verità. Nella seconda parte della ricostruzione del ricercatore cremonese, Rosa Capelli era appena stata congedata dal gerarca nazista Guido Zimmer, con la promessa, disattesa, di ritornare in una decina di giorni e di saldare le pendenze. (Leggi qui la seconda parte)

di Marco Bragazzi

L’incredibile storia di Rosa Capelli tra agenti segreti, complotti, delatori non è ancora finita: il 28 agosto 1945 Rosa è al carcere di San Vittore dopo essere stata arrestata senza accuse specifiche, così come la sua collega e amica Maria Vitalina Cironis la quale, tratta in arresto il 6 maggio 1945, verrà interrogata e rilasciata praticamente subito il 9 maggio senza nessuna accusa nei suoi confronti. Nella stanza di San Vittore adibita ad interrogatori la signorina Capelli troverà a condurre l’interrogatorio e a redigere il verbale un insignificante tenente dei servizi segreti americani con due occhiali dotati di spesse lenti e una voce molto sottile, un ufficiale ben diverso da quelli delle SS. Nell’interrogatorio la Capelli ripercorre in maniera sintetica gli anni e le persone che ha incontrato nelle varie abitazioni degli ufficiali tedeschi, soprattutto gli avventori che hanno frequentato per i più disparati motivi le case dei nazisti. Il tenente prende diligentemente nota di tutto e collega le descrizioni analitiche della cameriera a nomi e cognomi, alla fine della chiacchierata ringrazia la Capelli e dichiara di non aver più nulla da chiedere o da contestare alla cittadina cremonese, che può tranquillamente uscire dal carcere senza alcuna accusa nei suoi confronti.

Quel “insignificante” tenente, ma anche questo la Capelli non poteva saperlo allora, non è un normale ufficiale della Unità Z del controspionaggio americano volta alla caccia ai nazisti, ma diventerà il ‘maestro dei maestri’ dello spionaggio mondiale, James Angleton. Soprannominato all’inizio della carriera ‘Kingfish’, ovvero la ricciola del Pacifico in quanto tra i pesci più scaltri nell’evitare le trappole, Angleton è, per fare un paragone alla con la liuteria cremonese l’Antonio Stradivari dello spionaggio. Con la fine della guerra “l’insignificante” tenente dalle spesse lenti attuerà la più grande rete di controspionaggio della storia, reclutando agenti nei modi più disparati per opporsi alla crescente minaccia della Unione Sovietica tanto da vedersi tramutato il soprannome in ‘Kingfisher’, ovvero il martin pescatore, uccello abilissimo nella pesca, paragone perfetto con il talento dell’ex tenente in forza alla Unità Z.

Angleton, considerato “il padre del controspionaggio” era il più temibile avversario per Zimmer ma, come spesso accade nel mondo delle spie, il pragmatismo delle informazioni o di una agenda valgono molto di più di una caccia all’uomo. Ma Angleton non era nuovo alla città di Cremona, il 3 febbraio 1945 ricevette sul suo tavolo presso l’Unità Z una breve lista degli alti dirigenti di Polizia presenti nelle zone occupate. L’elenco chiariva quali erano le persone “fidate” o “di cui fidarsi” per gli Alleati da considerare al termine della guerra. Nella lista vi è anche la città di Cremona dove, presumibilmente, il martin pescatore avrà di certo studiato dove “andare a pescare” per raccogliere informazioni. Una biografia non autorizzata di Angleton su celluloide vede Matt Damon interpretare “il maestro dei maestri” in ‘The good Sheperd – L’ombra del potere’ insieme a Robert De Niro, la signora Capelli resterà a Milano dove si sposerà nel 1951 e vivrà nel capoluogo fino alla sua scomparsa, nel 2008, forse inconsapevole di aver conosciuto alcuni tra i migliori agenti segreti del XX secolo.

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