Cronaca

Condannato per l'aggressione agli agenti. L'esponente del Kavarna resta in carcere

Resta in carcere, Tommaso Fontana, 40 anni, di Merate (Lecco) domiciliato a Cremona, l’esponente del centro sociale Kavarna condannato lo scorso 10 aprile ad un anno, otto mesi e 10 giorni di reclusione per i reati di lesioni, rifiuto di farsi identificare, resistenza a pubblico ufficiale, minacce e danneggiamento aggravato. Lo ha deciso il giudice che ha quindi respinto la richiesta dell’avvocato difensore Sergio Pezzucchi sulla remissione in libertà o quantomeno degli arresti domiciliari. Lo ha reso noto lo stesso centro sociale sulla pagina facebook. Mercoledì mattina, mentre in aula era in corso il processo con il rito abbreviato, un gruppo di esponenti del kavarna, in segno di solidarietà al compagno, in attesa di conoscere la sentenza, aveva stazionato nel piazzale della chiesa di Santa Lucia, di fronte a via dei Tribunali, chiusa e presidiata da polizia e carabinieri, compreso l’ingresso della procura in via Jacini. Niente disordini, ma non erano mancati insulti, gesti volgari e persino minacce all’indirizzo della stampa locale. Appeso al muro uno striscione con scritto: ‘Contro sbirri e fascisti, più vetri rotti. Ribaltiamo questo mondo…Tommy libero, tutte e tutti liberi’. Di scritte e striscioni contro i poliziotti ne erano comparsi anche la sera dell’arresto di Fontana davanti alla Questura. La presenza di Fontana, che era ubriaco, era stata segnalata in via Postumia. “Il compagno”, scrivono dal Kavarna, “è stato fermato da tre volanti della polizia e da due digossini sotto casa di un fascista. Nei giorni scorsi quest’ultimo si è messo in mostra per alcune provocazioni”. All’arrivo degli agenti, Fontana, che alle spalle ha numerosi precedenti penali, prima si era rifiutato di fornire le proprie generalità e di mostrare i documenti, poi aveva iniziato ad inveire contro i poliziotti della Volante, aggredendoli verbalmente e quindi fisicamente. In seguito aveva tentato di scappare e, una volta bloccato, aveva preso a calci la portiera dell’auto su cui lo stavano caricando i poliziotti e aveva sfondato il finestrino. Per calmarlo, gli agenti erano dovuti ricorrere anche all’uso dello spray al peperoncino.

Sara Pizzorni

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