Cronaca

'Africano terrorista!'. E poi giù botte al custode del parco di Soncino: tre romeni a giudizio

L’avvocato Stefano Ferrari

Volevano la restituzione dei soldi del biglietto di ingresso al parco, ma lui si era rifiutato, scatenando l’ira dei tre che l’avevano aggredito brutalmente, provocandogli la frattura della tibia e delle costole. Prognosi di un mese. In tre, tutti romeni, sono a processo per lesioni aggravate in concorso ai danni di un 36enne senegalese con cittadinanza italiana. L’episodio risale al primo pomeriggio del 16 aprile del 2017, giorno di Pasqua, all’interno del parco ‘La Pedrera’ di Soncino. La vittima era cassiere alla sbarra di ingresso del parcheggio, oltre che dipendente del bar ristorante del parco. A processo ci sono tre romeni di 24, 43 e 44 anni difesi dagli avvocati Stefano Ferrari e Michele Tolomini. Per la procura, sarebbero proprio loro gli autori del pestaggio al senegalese che verrà a testimoniare all’udienza del prossimo 19 giugno.

Il giorno di Pasqua di due anni fa, come ha spiegato il custode nella denuncia ai carabinieri, verso le 12,45 erano arrivati al parco tre mezzi: un’Audi blu notte con targa straniera con sigla della Romania, una Volvo scura con targa straniera e un furgoncino bianco con targa italiana. La Volvo e il pulmino avevano parcheggiato in sosta vietata nell’area antistante a circa 15 metri dalla postazione del senegalese, mentre l’Audi con a bordo tre persone si era avvicinata all’ingresso. “Il conducente”, si legge nella denuncia, “mi faceva presente di voler entrare ed uscire subito, ma io, non potendo verificare che effettivamente sarebbe uscito subito, chiedevo il pagamento del biglietto a 5 euro. Il passeggero lato guida, con fare aggressivo, mi ha riferito testuali parole: ‘Che coglione che sei’, ma poi è intervenuto il conducente che per evitare discussioni pagava il biglietto ed accedeva con il veicolo nel parco”.

Dopo cinque minuti, secondo la versione della vittima, l’Audi era uscita dal parco ed era stata parcheggiata dove avevano sostato gli altri mezzi. A quel punto l’uomo che poco prima aveva insultato il 36enne si era diretto verso di lui, pretendendo la restituzione del pagamento del parcheggio in quanto erano stati all’interno pochissimo tempo. Il custode aveva quindi chiesto la restituzione dello scontrino, ma gli era stato consegnato uno scontrino “completamente strappato e illeggibile”. Motivo per cui il custode non aveva restituito nulla. ‘Dammi i cinque euro o ti ammazzo, africano terrorista di m…’, gli aveva risposto l’altro, mimando il gesto di stare in silenzio. “Non ho fatto in tempo a replicare”, aveva fatto verbalizzare il custode, “che sono stato colpito con un pugno al volto, iniziando una vera e propria colluttazione alla quale si sono aggiunti altri due suoi connazionali, iniziando anche loro a colpirmi con calci e pugni, fino a quando sono caduto a terra e ho sentito spezzarmi la gamba destra”. La vittima aveva iniziato a divincolarsi riuscendo ad alzarsi, allontanandosi in direzione della sbarra di accesso secondario al retro del ristorante. “Ma avendo la gamba rotta”, ha spiegato, “sono riuscito a fare cinque metri per poi essere colpito alle spalle e svenire a terra. Da allora non ricordo più nulla, ho un buio totale, ricordo solo di essermi svegliato in ospedale”.

Ai carabinieri, il custode aveva detto che i suoi aggressori erano tutti di nazionalità romena e che spesso i fine settimana o le festività frequentavano il parco. “Già in passato”, aveva precisato, “avevo avuto discussioni sempre connesse al pagamento del parcheggio”. La descrizione accurata degli autori del pestaggio aveva portato gli inquirenti all’identificazione dei tre imputati che ora devono affrontare il processo con l’accusa di lesioni aggravate in concorso.

Sara Pizzorni

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