Cronaca

Troppe morti evitabili, Cremona ancora maglia nera nel rapporto Mev(i)

A Cremona sono sempre più numerose le morti evitabili, ossia i decessi, verificatisi prima dei 75 anni, che potrebbero essere evitati mettendo in atto interventi di prevenzione primaria, diagnosi precoce e terapie. A dirlo è il rapporto MEV(i) 2019, elaborato da Nebo Ricerche sui dati rilasciati dall’Istat.

Confrontando i dati con quelli dell’anno precedente, emerge un miglioramento della situazione (registrato anche a livello nazionale) ma un netto peggioramento in classifica: dal 68º posto il nostro territorio è infatti slittato all’86ª, con valori comunque ancora superiori alla media italiana: si parla di 20,20 giorni di vita procapite perduti per cause evitabili, con l’ancora più preoccupante dato del 95º posto nella classivica relativa alle morti per cause prevenibili.

Complessivamente la mortalità per causa evitabile sul nostro territorio (tra gli 0 e i 75 anni) è al 198,35/100.000. In particolare, 100,97 morti su 100mila si sarebbero potuti evitare con la prevenzione primaria, 36/100.000 con la diagnosi precoce seguita da apposita terapia, 61,38/100.000 con una maggiore igiene e assistenza sanitaria.

Anche analizzando le mappe epidemiologiche che corredano il report, la situazione cremonese non è delle più rosee, specialmente andando a vedere i risultati delle singole patologie. Cremona si colloca infatti molto sopra la media italiana nell’ambito della mortalità evitabile per tumore, sia maschile che femminile, con 100,50 decessi su 100mila.

A livello nazionale, le morti evitabili sono risultate poco più di 101mila, divise in cause trattabili con interventi di diagnosi precoce e di buona terapia e prevenibili con interventi di prevenzione primaria, di sanità pubblica, relativi alla lotta ai fattori di rischio. Rispetto al rapporto precedente risultano essere in calo, così come quelle di Cremona, ma la situazione è comunque piuttosto pesante.

Laura Bosio

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