Cronaca

Omicidio di Manuela Bailo, vicini alla chiusura indagini, manca solo back up cellulare

Stanno per essere dichiarate chiuse le indagini sull’omicidio di Manuela Bailo, la 35enne di Nave scomparsa il 28 luglio dell’anno scorso e trovata cadavere il 20 agosto successivo nelle campagne di Azzanello. La donna è stata uccisa dal suo collega di lavoro con cui aveva una relazione. Fabrizio Pasini, il 48enne sindacalista della Uil accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere è in carcere da agosto. L’uomo avrebbe sgozzato la vittima dopo un litigio avvenuto nell’abitazione dei genitori di lui a Ospitaletto. L’esame autoptico aveva rinvenuto sul collo della vittima un taglio profondo che ha reciso l’arteria carotidea destra. Sul cranio di Manuela erano state trovate altre ferite non mortali ma comunque non compatibili con una caduta dalle scale, così come raccontato da Pasini. L’arma del delitto non è mai stata trovata. Ora manca un ultimo accertamento: quello riguardante il back up del cellulare della Bailo, atteso dalla Apple alla quale il sostituto procuratore Francesco Milanesi ha chiesto di recuperare dal cloud tutto quello che l’iphone aveva archiviato. Così facendo si spera di chiarire completamente il movente dell’omicidio. Il reo confesso aveva spiegato che i due avevano discusso per colpa di un tatuaggio: secondo la versione di Fabrizio, Manuela si era arrabbiata scoprendo che lui aveva fatto un tatuaggio con le iniziali dei suoi figli invece di farne uno insieme a lei.

Manuela era stata uccisa tra le 4 e le 6 del mattino del 29 luglio nell’abitazione di Ospitaletto dove i due si erano visti dopo essere stati al lago, dopodiché Pasini aveva aspettato 24 ore e poi, verso le 11 del mattino del 30 luglio, aveva caricato il corpo della 35enne sulla sua Mitsubishi Asx intestata alla moglie e l’aveva scaricato in un fosso nelle vicinanze della cascina adibita a ricovero macchinari appena fuori dal paese di Azzanello. Lo avevano inquadrato le telecamere dei varchi, così come era stato ripreso il primo agosto successivo. Per gli inquirenti, Pasini era tornato sul luogo dell’occultamento per un controllo. Poi il 2 agosto era partito per la vacanza in Sardegna con la moglie e i due figli adolescenti. Per tutto il corso del suo soggiorno, l’uomo, già sospettato, era stato monitorato, fino al suo rientro, quando davanti alla porta della sua abitazione aveva trovato ad attenderlo i carabinieri.

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