Cultura

Cremona sinonimo di musica e intrattenimento nella Philadelphia degli Unionisti

di Marco Bragazzi

Esiste da sempre il bisogno di tornare alla vita anche durante la più cruenta guerra. Il 9 dicembre 1863 la popolazione di Filadelfia in Pennsylvania venne invitata ad un evento speciale legato al periodo pre-natalizio. Negli Stati Uniti di allora imperversava la più drammatica delle guerre civili, quella guerra di Secessione tra gli stati dell’Unione nordista e le forze confederate fedeli agli stati del Sud. Gli Stati Uniti di allora erano mobilitati in una guerra che era nata dalle scelte del presidente Abramo Lincoln in materia di schiavitù, guerra che i sudisti reclamavano anche a causa del divieto di separazione delle loro aree dalla nazione statunitense. Dal 1861 i soldati dell’Unione, soprannominati “Billy Yank” in quanto eredi degli “Yankee” che abitavano il nord est degli Stati Uniti, si massacravano nelle varie aree della nazione contro i “Dixies” ovvero gli abitanti del sud che venivano chiamati una volta diventati soldati “Johnny Reb”.

 La fame era diffusissima e le perdite non si contavano da entrambi gli schieramenti ma, forse proprio per allontanare gli spettri delle mattanze sui campi di battaglia come Gettysburg, il 9 dicembre a Filadelfia si doveva fare festa. Ma dove organizzare un evento per la popolazione? Alla Cremona Concert Hall, ovviamente. Già, ovviamente ma mica tanto. Perché chiamare il luogo deputato ad una serata di baldoria Cremona nonostante le battaglie che si combattevano a poca distanza? Per capire questa scelta basti pensare negli Stati Uniti del XIX secolo il termine Cremona identificava violini, musica e quindi divertimento, per cui alla popolazione della città fu proposto come luogo un termine comune che veniva usato in ogni classe sociale, quello della città del Torrazzo. Trovato il nome della Hall andava trovato il luogo (o viceversa), in questo caso “venne in aiuto” proprio la guerra: la Cremona dove venne prevista la festa cittadina non era altro che la Union Hall, ovvero il sacro luogo delle forze dell’Unione, edificio spesso frequentato dallo stesso Lincoln, struttura considerata come il punto cardine delle scelte operative di guerra e nel reclutamento dei Billy Yank che venivano destinati al fronte. La Union Hall, per una volta, non avrebbe dovuto raccontare di strategie o di atti eroici, non avrebbe dovuto essere il luogo dove familiari o amici venivano tristemente informati per un loro caro caduto in battaglia, per almeno una volta la Union Hall doveva far ridere e sorridere, per fare questo venne trasformata nella Cremona di Filadelfia. Per 15 centesimi, secondo l’usanza dell’epoca dove in una serata venivano proposti vari spettacoli, i “Phillies” ovvero i cittadini di Philadelphia avrebbero potuto apprezzare lo spettacolo di Tom Hague, famoso ballerino con gli zoccoli di legno precursore del tip-tap oppure la musica di Charles E. Dobson, vero e proprio talento con il banjo per passare a Miss Kate Archer e le sue danze francesi.

Vari artisti che si alternavano per richiamare più persone possibili offendo spettacoli volti ad alleviare le durezze che la guerra imponeva da più di due anni. Era una Cremona Hall densa di storia ma anche di gioia di vivere, vicina ai campi di battaglia ma lontana nel pensiero dal dramma che attanagliava il paese. Il profondo rapporto dei paesi anglosassoni con la liuteria cremonese tra il XIX e il XX secolo è riscontrabile anche in piccolo disegno opera di Edwin Forbes, considerato uno dei più grandi ritrattisti e disegnatori statunitensi. Forbes descriveva con le sue matite i campi di battaglia della guerra di Secessione, disegni che poi finivano sui giornali per raccontare la crudezza, ma anche i momenti più tranquilli, dello scontro che insanguinava gli Stati Uniti. Il suo piccolo schizzo raffigurante un Billy Yank intento a costruirsi un violino da un pezzo di legno prese il titolo di “Making a Cremona”, diventando parte integrante del racconto della guerra di Secessione e della storia della liuteria cremonese in America.

Lo schizzo di Edwin Forbes raffigurante la costruzione di un ‘Cremona’

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