Blitz dell'Arma di Piacenza nei campi nomadi: 40 arresti Rapine a Cremona e Soresina
Avevano messo a segno rapine anche a Cremona e a Soresina, le persone finite in arresto questa mattina all’alba da parte dei carabinieri nella maxi operazione portata a termine nei campi nomadi di Piacenza e Caorso. Cento militari, anche con il supporto di un elicottero, hanno effettuato perquisizioni con le unità cinofile e messo le manette ai numerosi componenti di una banda di ladri dedita ai furti in abitazioni e aziende. 34 le persone finite in carcere, per lo più sinti di origine veneta, ritenute responsabili a vario titolo di i associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti aggravati, furti in abitazione, estorsione, truffa, ricettazione, riciclaggio, utilizzo fraudolento dei mezzi elettronici di pagamento, detenzione e porto abusivo di armi, nonché detenzione e spaccio di cocaina.
La banda gestiva una florida attività dedita ai furti in abitazione, truffe ed estorsioni soprattutto ai danni di persone anziane, ma anche presso cascine e aziende. La successiva monetizzazione della refurtiva era gestita anche attraverso il canale dello smaltimento illecito di rifiuti ferrosi, avvalendosi di compiacenti ditte di trattamento dei rifiuti della provincia. Mentre gli uomini del gruppo si dedicavano principalmente a furti in abitazione e cascine, le donne erano dedite a truffe e raggiri a danni di anziani, alcuni dei quali venivano anche circuiti e poi ricattati. Almeno due i colpi attribuiti anche in territorio cremonese, a Cremona e a Soresina, dove le donne sinti avevano raggirato anziane con l’intento di derubarle. In tutti i casi, ed ecco perchè è contestata la rapina, le vittime erano state aggredite e spintonate.
Il gruppo criminale era organizzato “con il pugno di ferro”, ha detto il procuratore Salvatore Cappelleri, da un 50enne italiano, sposato con una sinti del campo nomadi di Caorso. L’uomo si sarebbe spinto fino a minacciare il sindaco del Comune della Bassa, Roberta Battaglia, negli uffici del municipio il 10 febbraio del 2018. Parte dell’attività illecita ruotava, infatti, attorno alla discarica di Caorso, dalla quale venivano prelevati materiali di vario tipo, per essere poi smerciati a due ditte compiacenti del piacentino, insieme ad altri proventi dei furti. “Se ci impedisci di andare in discarica, andremo tutti a rubare”, avrebbe detto il capo del sodalizio criminale. Tra i 34 arresti, anche i titolari delle due aziende piacentine coinvolte nello smaltimento illecito di rifiuti. 21, invece, riguardano cittadini sinti, 4 dei quali sono residenti nel campo nomadi di Piacenza. 14, invece, i minori attualmente affidati ai servizi sociali. Ulteriori sei provvedimenti cautelari sono stati eseguiti in provincia di Piacenza dai carabinieri della compagnia di Fiorenzuola d’Arda nei confronti di altrettante persone dedite ai furti di capi e accessori di abbigliamento griffati.
Sara Pizzorni