Lettere

Reddito di cittadinanza:
da bocciare perchè sottrae
risorse alla formazione

da Gabriele Beccari - Italia in Comune Cremona

Il reddito di cittadinanza, che ha sicuramente favorito il grande successo elettorale del M5s nelle politiche dello scorso anno, è un altro provvedimento disastroso dell’attuale governo gialloverde. Non siamo ovviamente contrari alle misure di sostegno per le fasce deboli, ma il criterio alla base di ogni provvedimento deve essere la ragionevolezza.
Questo sussidio verrà erogato sottraendo risorse economiche alla formazione professionale. E un provvedimento che nasce sul cadavere della formazione, cioè sul futuro dei giovani, ci sembra non goda dei migliori auspici. Inoltre, viene da chiedersi come un provvedimento basato proprio sullo stato di disoccupazione dell’avente diritto possa essere annoverato fra gli strumenti in grado di debellare la stessa disoccupazione? Se si volesse davvero ridurre il fenomeno della disoccupazione, andrebbero studiati strumenti che diano garanzia di lavoro e non, viceversa, misure assistenzialistiche in grado, semmai, di favorire il contrario: meno impegno nel cercarsi o mantenere il posto di lavoro. La disoccupazione, a nostro modesto parere, si cancella creando un sistema produttivo sano, mentre il governo Lega-M5s lo sta facendo letteralmente a pezzi, creando i presupposti di una grave recessione.
Va completamente bocciato anche l’emendamento con il quale il testo è passato in Senato, grazie al quale sarà possibile verificare solo gli importi spesi e non ogni singola spesa. Tra le principali novità, infatti, c’è l’impossibilità, per lo Stato, di monitorare le spese che verranno effettuate attraverso la Rdc Card. Nel testo originale, i 780 euro mensili erano vincolati a determinati tipi di spese come affitto e acquisto di generi alimentari e, di questi, solo 100 euro avrebbero potuto essere prelevati, mentre gli importi non utilizzati sarebbero stati restituiti. Con l’ok del Senato all’emendamento, viene meno anche questa forma di controllo sulle modalità di spesa del contributo, cancellando così anche quel minimo di serietà che rimaneva alla misura.
Se potrebbe essere esagerato leggere il reddito di cittadinanza come una sorta di pericolosissima esortazione a valutare di lasciare il posto di lavoro, è svilente che, a conti fatti, venga avvantaggiato chi non produce. E’ stato stimato, infatti, che molti lavoratori dipendenti avranno il 5,7% in meno di reddito disponibile rispetto a un beneficiario del reddito. Si viene a creare, insomma, una situazione paradossale e mortificante per i lavoratori.

Gabriele Beccari,

?coordinatore Italia in Comune Cremona

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