Cronaca

Furto in chiesa ad Acqualunga Badona: recuperata la refurtiva

E’ stata recuperata dai Carabinieri di Casalbuttano la refurtiva del furto commesso nella chiesa di Santa Maria Nascente di Acqualunga Badona, frazione di Paderno Ponchielli, una decina di giorni fa. I malviventi erano entrati scassinando una porta di legno ed avevano rubato diversi oggetti, tra cui un calice e un pisside d’argento del 1600 e una brocca in ottone dello stesso secolo, la statua di San Giuseppe, due candelabri e altri oggetti di minor valore.

Gli uomini dell’Arma hanno recuperato la refurtiva nascosta all’interno di un sacco nero, occultato in una cascina abbandonata a poche centinaia di metri dalla chiesa: un nascondiglio temporaneo, scelto probabilmente dai malviventi per evitare di essere ripresi con gli oggetti rubati dall’impianto di videosorveglianza presente in paese. L’ipotesi delle forze dell’ordine è che probabilmente sarebbero passati a recuperarla in un secondo momento.

A rinvenirla sono stati appunto i carabinieri del posto nel corso delle indagini, effettuate fin da subito dopo il furto, battendo palmo a palmo tutta la zona. Un’operazione rapida ed efficace, che ha fortunatamente portato al recupero di tutto quello che è stato rubato, che è poi stato riconsegnato al parrocco, don Claudio Rasoli, che ringrazie pubblicamente il lavoro dell’Arma. Ed è proprio su richiesta del parroco che la statua di San Giuseppe verrà riportata nel luogo sacro direttamente dai militari, durante la celebrazione della Messa delle 9.00 di domenica 3 marzo.

“Sarà l’occasione per i parrocchiani di conoscere i carabinieri del posto” spiega il maggiore Rocco Papaleo, comandante della compagnia dei Carabinieri di Cremona. I militari coglieranno infatti l’occasione per parlare coi cittadini e dare loro qualche consiglio sulla prevenzione di furti e truffe.

LA TUTELA DEI BENI CULTURALI

Il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale e la Conferenza Episcopale Italiana hanno collaborato alla stesura delle “Linee guida per la tutela dei beni culturali della Chiesa Cattolica Italiana”. Ecco le indicazioni pratiche:

1) Fare riferimento, per ogni esigenza riguardante i beni ecclesiastici (spostamento, restauro, sicurezza, etc.), all’Ufficio diocesano per i beni culturali ecclesiastici.
2) Conoscere e catalogare il patrimonio mobile ecclesiastico, documentando e descrivendo dettagliatamente, mediante la catalogazione, i beni culturali di cui si ha la disponibilità e responsabilità, in collaborazione con l’Ufficio diocesano per i beni culturali. Bisogna denunciare immediatamente ai Carabinieri e all’Ufficio diocesano per i beni culturali ecclesiastici gli ammanchi che dovessero emergere durante la catalogazione. I beni vanno poi ricontrollati periodicamente.
3) Adottare idonee soluzioni per scoraggiare i furti con effrazione, scegliendo misure adeguate all’edificio, all’ubicazione e all’importanza dei beni conservati.
4) Limitare ad uno solo l’accesso dall’esterno, proteggendolo con una porta blindata, ancorata e dotata di serratura antiscasso e chiavi di sicurezza.
5) Rendere sicure, con idonee inferriate, le finestre da cui è possibile accedere all’interno, comprese quelle delle pertinenze comunicanti (sacrestia, oratorio, etc.).
6) Utilizzare barre di sicurezza o fissate con lucchetti per gli accessi apribili dall’interno.
7) Custodire le chiavi in un luogo sicuro, rendendole disponibili a pochissime persone di fiducia (l’elenco nominativo potrebbe essere comunicato all’Incaricato diocesano).
8) Modificare periodicamente i codici di sicurezza.
9) Proteggere la chiesa con sistemi d’allarme

LaBos

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