Cronaca

Protocollo sicurezza locali pubblici, più poteri ai gestori e ai vigilanti

Nella notte tra venerdì e sabato scorsi un’azione congiunta di questura, Polizia Stradale, Vigili del Fuoco e Ispettorato territoriale del lavoro ha portato alla scoperta di diverse irregolarità, alcune già accertate, altre da accertare, presso il Juliette, locale tornato in voga anche tra i giovanissimi, dopo le vicissitudini legate al giro di droga e prostituzione della passata gestione. L’operazione aveva lo scopo di valutare se vi fossero rischi per l’incolumità delle persone, la documentazione acquisita è in fase di studio e in quest’ottica il Questore ne appronterà altre in altri locali.

Resta ancora in una fase di stallo, invece, il protocollo d’intesa elaborato dalla Prefettura di Cremona e sottoposto alla firma  di due associazioni locali, Assointrattenimento e Associazione italiana Sicurezza  locali di intrattenimento, che circola ormai da qualche mese tra gli addetti ai lavori. Derivato da un accordo quadro sottoscritto a livello nazionale, la bozza di documento locale contiene una serie di impegni da parte dei gestori e degli addetti alla sicurezza. Tra le altre cose, è previsto ad esempio un numero minimo di vigilanti a seconda della capienza del locali:  fino a 500 persone ne è richiesto uno; ogni ulteriori 250 persone ne serve uno ulteriore. E per i locali che superano la capienza 1000 viene stabilito un ulteriore incremento di una unità ogni 500 persone. All’ingresso dei locali dovrebbero essere affissi avvisi alla clientela che rendano chiari il divieto di uso di sostanze psicotrope, di armi, l’accesso in stato di ebbrezza, l’alcool ai minori di 18 anni; oltre a prescrizioni riguardanti la quiete pubblica e il disturbo del vicinato. Inoltre: divieto di accesso a chi in passato ha avuto comportamenti pericolosi per la sicurezza in quello stesso locale e sia stato diffidato o denunciato dai gestori. Questi ultimi potranno far valere  il ‘legittimo motivo’ previsto dal regolamento del testo Unico sulle Sicurezza, ossia negare l’ingresso o allontanare i trasgressori, con immediata segnalazione alle forze dell’ordine di eventuali violazioni di natura penale o amministrativa.

I contenuti del protocollo sarebbero più stringenti rispetto a quelli dell’accordo quadro nazionale e anche per questo non si sarebbe ancora arrivati ad una firma tra gestori e Prefettura. Se ne era parlato anche in un consiglio comunale lo scorso gennaio: “Gli operatori di Cremona – aveva detto il consigliere dem Santo Canale – sarebbero ben lieti di sottoscrivere il Protocollo Provinciale e tale iter ha avuto inizio nell’ottobre 2017 quando la Prefettura ha inviato una bozza di accordo alle associazioni di categoria le quali prontamente hanno risposto con le loro proposte d’integrazione e/o modifica e da allora sono in attesa di una convocazione, o quanto meno di un riscontro, da parte della Prefettura per la sottoscrizione dell’Accordo”. g.biagi

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