Cronaca

Biblioteca, ingresso vietato a gruppo di studenti extracee: ma si è trattato di un equivoco

Volevano entrare in biblioteca ma sarebbe stata loro rifiutata la tessera d’ingresso. E’ quanto denuncia un’insegnante del Cpia, il centro per l’educazione agli adulti che rilascia la licenza di terza media. Ieri sarebbe stato negato l’ingresso alla biblioteca ad un gruppo di studenti composto da richiedenti asilo accompagnati  dall’insegnante di inglese che, sulla scorta di esperienze positive di altri insegnanti del Cpia, voleva far loro visitare la biblioteca.  “Si tratta di una decina di studenti di origine africana, storie difficili sulle spalle, che stanno facendo un faticoso e impegnativo percorso di integrazione attraverso la scuola”, scrive  un lettore, Alceste Ferrari, che ha riportato quanto avvenuto anche sul proprio profilo Facebook.  “All’ingresso – afferma quest’ultimo –  l’impiegata alle registrazioni rifiuta di fare le tessere di ingresso agli studenti con argomenti del tipo ‘tanto lo vedete, non verranno mai qui dentro’.
Malgrado le insistenze dell’insegnante, non se ne è fatto nulla e l’insegnante, umiliata, ha dovuto chiedere scusa ai propri allievi.
Che hanno reagito dicendo “non si preoccupi, prof: siamo abituati”. “E’ questo uno degli aspetti più preoccupanti della vicenda – spiega Ferrari – sintomatico del clima che ormai si è instaurato nel Paese. Credo anche che la frase dell’addetta alla registrazione non volesse essere deliberatamente offensiva, ma sia scaturita dall’interno di questo clima culturale. Inoltre – aggiunge Ferrari – con il mio post mi premeva sottolineare l’importante lavoro che svolge il Cpia – 1950 studenti in tutta la provincia – per l’integrazione di persone che hanno vissuto storie allucinanti. L’integrazione è l’unica risposta seria e utile al dramma delle migrazioni”.

Le direzioni di entrambe le istituzioni, biblioteca e Cpia, sono già state informate di quello che probabilmente è un malinteso e avranno un incontro giovedì. “Non abbiamo mai mandato via nessuno, non sarebbe degno di un una biblioteca da 90mila ingressi all’anno”, ci spiega al telefono il direttore della Statale Francesco Maria Liborio. “Per fare un esempio, da anni abbiamo una sala multimediale a cui accedono soprattutto cittadini extracomunitari per restare in contatto con i paesi d’origine, o leggere i giornali internazionali on line. Quello che è successo, e che chiariremo giovedì, è stato probabilmente un equivoco tra l’ingresso del gruppo e l’iscrizione al prestito, che è una procedura individuale. Normalmente i gruppi scolastici accedono su appuntamento in sala ragazzi, ed è qui che il gruppo del Cpia si era recato ieri mattina. Essendo la sala ragazzi già occupata da un’altra scolaresca di minori, la bibliotecaria ha indirizzato il gruppo di adulti all’ingresso principale. Qui è avvenuto l’equivoco: l’accesso al prestito è una procedura necessariamente complessa, dobbiamo conoscere la residenza e il domicilio di ogni singolo titolare del prestito e in questo caso, mi risulta che le persone avessero solo il permesso di soggiorno. I nomi, per procedura standard, vanno inseriti in una banca dati nazionale. Sono certo che giovedì chiariremo l’accaduto e le modalità d’accesso ai servizi della biblioteca”.

Una delle maggiori biblioteche statali lombarde, quella di via Ugolani Dati è una struttura in forte sofferenza di personale: 15 gli effettivi, considerando che delle 22 unità presenti, alcune sono part time, e tutte devono fare i conti con un’età anagrafica piuttosto avanzata e quindi con maggiore incidenze di malattia. In pianta organica sono previste oltre 40 unità: i pensionamenti, come sta accadendo in quasi tutte le istituzioni dipendenti dal Mibac, e non solo, vengono rimpiazzati col contagocce.

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